Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Hai-vai·d: L'Italia dal 1919 al 1929 Il sindaco non la prese in considerazione. Per un paio di mesi le mi• nacce non ebbero nessun seguito. Ma il 1 luglio 1921, verso le quattro del pomeriggio arrivarono due camions di fascisti. Secondo il corrispondente del Corriere della Sera, 26 luglio 1921, la spedizione punitiva "si limitò ad alcune bastonature e al gett~ dalle finestre delle masserizie di qualche fami– glia di contadini sovversivi." Il quotidiano socialista Avanti! afferma che i fascisti, urlando e agitando per aria i loro revolvers per spaventare donne e bambini - gli uomini erano ancora al lavoro nei campi - dettero fuoco ai locali del circolo dei contadini, del sindacato boscaioli, e ai magazzini della cooperativa. Inoltre, essi devastarono la casa del sindaco e quella del segretario di uno dei sindacati, ripartendosene prima che gli uomini faces– sero ritorno dai campi. Pochi giorni dopo il sindaco, mentre stava parlando con il prefetto a Grosseto, fu preso dai fascisti, condotto alla sede del Fascio e costretto a firmare una lettera di dimissioni, promettendo di non far mai piu ritorno m paese. Il 24 luglio 1921, verso l'alba, una settantina di fascisti partirono in camion da Grosseto, passando indisturbati davanti alla questura. Arriva– rono a Roccastrada alle 4,30. Il paese era ancora addormentato. Dopo aver sparato una fucilata, si misero a urlare che gli abitanti dovevano esporre la bandiera nazionale, fermando i contadini che uscivano dalle case e basto– nandoli. Svegliati di soprassalto, gli abitanti non poterono opporre nessuna resi– stenza. Vi fu un fuggi fuggi generale. Diverse case furono devastate e date alle fiamme, e l'opera di vandalismo continuò per tre ore. Verso le otto, i fascisti risalirono sui loro camions dirigendosi a Sassofortino, dove avevano intenzione di continuare la loro " propaganda nazionale. " Poco fuori il paese, tre contadini, nascosti dietro una siepe, spararono contro i camions dandosi poi alla fuga. Un fascista rimase ucciso sul colpo. Gli altri, non essendo riusciti a catturare i fuggiaschi, fecero ritorno al paese. Lungo la via - scrive il corrispondente filofascista del Secolo, 26 luglio 1921 - in– contrano Tommaso Bartaletti di 59 anni e suo figlio Guido di 27 e li uccidono a colpi di rivoltella. Entrano poscia in paese lanciando alte grida: "Chi ha sparato? Chi ha sparato? " . Penetrano in diverse case ed uccidono a colpi di rivoltella e pugnalate Vincenzo Tacconi di 27 anni, Francesco Monecheri di 39 anni, Luigi Nativi di 37 anni ed Antonio Fabbri di 68 anni che cade morto accanto alla propria figlia la quale assisteva, folle di terrore, alla terribile scena; Angelo Barni di 53 anni, Ezio Checcucci di 23 anni e Giuseppe Regoli di anni 62, che vengono colpiti a morte per le vie del paese. Giovanni Gori, anch'egli vecchio di 62 anni, riporta una grave ferita; altri cinque sono feriti piu leggermente. (...) Intanto mentre si compie l'eccidio il paese si illumina sinistramente delle fiamme appiccate dai fascisti a 17 case delle quali quattro sono ridotte ad un mucchio di macerie fumanti. I nove uccisi non erano membri di nessuna organizzazione. Soltanto uno era noto come simpatizzante per gli anarchici. I tredid carabinieri di stanza nel paese se ne rimasero assolutamente inerti, serrati nella loro caserma: si limitarono a telefonare a Grosseto per 560 ,. BiblotecaGino Bianco

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