Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 Il corpo elettorale rimandò alla Camera 122 socialisti e 107 popolari. I comunisti, che si erano staccati dai socialisti, ottennero soltanto 16 seggi. E questa nel momento era tutta la loro forza, quando, secondo la " ro– mantica" storiografia fascista, c'era bisogno della Camicia Nera. che ucci– desse il Drago Rosso. In questa nuova Camera la proporzione tra i diversi gruppi rimase, rispetto alla precedente, quasi invariata. Ma la situazione psicologica era cambiata in peggio. I socialisti di destra, che avevano sempre caldeggiato l'abbandono della tattica di opposizione assoluta, e la partecipazione al governo con i democratici, adesso non pote• vano piu allearsi con i "democratici," fintanto che questi avevano a loro capo Giolitti, che si era servito dei fascisti per "fare le elezioni " con le . rivoltelle e i manganelli. La intransigenza del 1919, che nel 1920 comin• ciava a temperarsi, fu esasperata nel 192L Gli stessi popolari, che avrebbero seguito volentieri una politica di col• laborazione, erano stati costretti dalla violenza fascista ad affrontare le ele• zioni come oppositori del governo. Ritornarono alla Camera inorgogliti dalla loro vittoria e irati contro Giolitti, che aveva fatto bastonare dai fascisti i loro elettori, dopo avere invitato i loro leaders a far parte del suo gabinetto. In quell'agglomerato di deputati, che il governo considerava come la sua maggioranza, che non erano né socialisti, né comunisti, né popolari, vi era un gruppo di 35 fascisti, giovani e violenti, che fuori della Camera ave– vano dietro di sé una organizzazione armata pronta a qualsiasi eccesso. Giolitti aveva dato fuoco a una foresta per cuocere un uovo. Quando nel giugno del 1921 si riunf la nuova Camera, i comunisti, i socialisti e i popolari, irati contro Giolitti per l'ondata di violenze a cui aveva dato via libera durante la campagna elettorale, e nazionalisti e fascisti, che non perdonavano la pace che Sforza aveva concluso con la Yugoslavia e la espulsione di D'Annunzio da Fiume, si misero insieme per rovesciare il governo. In quel momento, di un pericolo "bolscevico" in Italia non rimaneva neppure l'ombra. Il 2 luglio 1921, Mussolini scriveva: Dire che un pericolo " bolscevico " esiste ancora in Italia significa scambiare per realtà certe oblique paure. Il bolscevismo è vinto. Di piu: è stato rinnegato dai capi e · dalle masse. L'Italia del 1921 è fondamentalmente diversa da quella del 1919: lo si è. detto e dimostrato mille volte. 2 A partire dall'estate del 1921, i cosiddetti "bolscevichi" non erano altro che un esercito sconfitto, che si difendeva disordinatamente senza nes– sun piano preordinato e senza la minima probabilità di successo. 8 2 " Popolo d'Italia. " . 3 Oltre a Mussolini, si possono contare molti testimoni. Ricorderemo R. BACHI, L'Italia economica nel r92r, pp. 225, 330, 339; I. BONOMI, Dal socialismo al fascismo, Roma, For– miggini, 1924, .p. 39. Winston Churchill, parlando a Dundee il 26 settembre 19.2 r, annunciò al suo auditorio che l'Italia non era piu minacciata dal " bolscevismo. " Il " Corriere della Sera, " e molti altri giornali del 27 settembre, riprodussero il giudizio di Churchill senz~ metterne in dubbio l'esattezza. Nel maggio r 922, il nazionalista B. GIULIANO, scrisse: " D1 BiblotecaGino Bianco

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