Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La congiura militare Il successore di Giolitti, Bonomi, era stato prima della guerra uno dei più intimi amici di Bissolati. Durante la guerra si era staccato da Bissolati e aveva sostenuto la politica di Sonnino. Nel dicembre del r9r8, quando Bis– solati si dimise dal gabinetto Orlando, Bonomi non lo seguL Come mi– nistro della Guerr~ nel gabinetto Giolitti egli aveva avuto una larga parte di responsabilità nell'attività filofascista delle autorità militari. Né lui né Giolitti avevano mai pensato di abbattere il regime parlamentare o spazzar via in Italia le libertà politiche. Inoltre anche lui aveva creduto che una volta scomparso il pericolo "bolscevico" quelle forzè che esercitavano me– todi illegali di violenza avrebbero potuto esser rimesse sotto controllo. Le squadre fasciste avrebbero potuto essere sciolte facilmente, se piu che sulla propria forza non avessero avuto a sostegno altri elementi. Il 2r luglio del r92r, a Sarzana, bastarono sei carabinieri per disperdere 500 fascisti che avevano tentato di far uscire di prigione alcuni dei loro camerati; tra i fascisti sbandati, venti vennero linciati in modo selvaggio da turbe di po– polo, e molti altri vennero feriti. 4 A differenza di Giolitti, il quale godendo di un grande prestigio per– sonale avrebbe potuto servirsene sia in bene che in male (e se ne servi in male), Bonomi era .un uomo privo di qualsiasi autorità personale, incapace sia di far bene che di far male. Inoltre egli -doveva fare i conti con i capi militari, i quali, sino allora, avevano obbedito a Giolitti~ fornendo ai fascisti ufficiali, armi, munizioni e camions. Ma via via che la organizzazione fa– scista si estendeva e si consolidava, i capi militari si resero conto che nelle loro mani tale organizzazione avrebbe potuto servire come arma formi– dabile per assicurare alla loro casta una sempre maggiore influenza. Sotto il governo Bonomi, essi cessarono di obbedire al governo civile e andarono avanti per conto proprio. Il cardine della congiura militare era il Duca d'Aosta, cugino del Re. Quest'uomo non era né molto intelligente né molto cosciente di sé, ma la moglie, Elena di Francia, era una donna molto sveglia. Si può sospettare che dietro tutti i movimenti di sedizione militare che hanno avuto luogo dopo la guerra vi sia stata la mano di questa donna. Essa sperava che il fron_te alla minaccia d_ella rivoluzione, era naturale che la sua gt!sta controrivoluzionaria (del fascismo) sintetizzasse gli interessi di tutta la nazione. Ma è anche naturale che non sia piu cosi oggi, quando si è allontanata la· minaccia " (L'esperienza politica dell'Italia, cit., p. r91). Nel "New York Times Book Reviews," 6 febbraio 1927, Simon Strunsky faceva le seguenti affermazioni: " Se l'Italia non avesse accettato il fascismo nell'ottobre 1922, essa sarebbe caduta in preda al bolscevismo. Questa è una affermazione comune, ma non è una affermazione completa. II pubblico americano ha mostrato in modo sorprendente di essersi dimenticato di un fatto di estrema importanza: che il bolscevismo in Italia ha costi– tui~o una minaccia che è stata sventata due anni prim 4 che Mussolini andasse al governo. Puo essere che nel 1922 si stesse preparando un'altra minaccia bolscevica, ma le cronache ..._ quotidiane del tempo non Io indicano, e lo straordinario episodio dell'occupazione e della !esa delle fabbriche, nel settembre 1920, è un argomento a prima vista contro tale tesi. Che tl popolo italiano si. sia gettato nelle braccia del bolscevismo due anni prima e sia stato salvato dal suicidio per l'intervento fascista, è una congettura che si basa sulla fede piu che su prove evidenti. " . · 4 U. BANCHELLI, Le memorie di un fascista, cit., p. 218; G. A. CmuRco, Storia della Rivoluzione Fascista, Firenze, Vallecchi, 1929, voll. 5, III, 459-466. 557 iblotecaGinoBianco

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