Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Come nacque la dittatura fascista, ma che era abbastanza concreto da far sbollire gli ardori di un uomo comune. L'anarchico Luigi Fabbri, che ho già avuto occasione di citare, cosi: scriveva nell'estate del 1921: ... Né gli aiuti morali, materiali e finanziari del capitalismo ind,ustriale e terriero, né la complicità della forza pubblica, né l'adesione di tutti i supini adoratori del successo avrebbero bastato a far forte il fascismo; anzi tutti cotesti coefficienti sarebbero màncati, se non vi fosse stato all'inizio un nucleo di persone dotate di forza e di volontà e di spi– rito di sacrificio che a proprio rischio avessero pei primi spezzato il ghiaccio dell'indiffe– renza degli amici e della ostile noncuranza nemica; se - odio od amor che fosse - una forza morale interiore non li avesse scaraventati nella mischia noncuranti anche della vita. Ed alcuni vi hanno trovato la morte. Questi pochi, animatori dei molti, misero in movi– mento tutto l'insieme che ora appare cos.fforte; e furono i piu oscuri. 8 2. "L'illegalùmo autorizzato." Verso i primi del 1921, era maturo il momento perché il governo, av– vantaggiandosi della controffensiva fascista e dello scoraggiamento socialista, disarmasse tutte le fazioni e restaurasse la pace pubblica. Nel dicembre del 1920, era bastata una sola cannonata contro il palazzo di D'Annunzio per porre fine all'occupazione di Fiume; i carabinieri erano stati riorganiz– zati ed erano fedeli al governo; le guardie regie erano sempre pronte a sparare, anche quando non c'era per niente la necessità assoluta di farlo. C'erano quindi forze piu che sufficienti per reprimere i disordini, sia che venissero da destra come da sinistra. Una volta restaurato il rispetto per la legge e per l'ordine, si sarebbe dovuto soltanto aspettare pazientemente che il processo di convalescenza facesse il suo corso, e che la gente a poco a poco ritornasse sui propri passi verso la strada del buon senso. È vero che non è facile rimettere le cose in sesto da un· momento al- .1'altro; per certi malanni il tempo è il solo lenimento; e sarebbe stata per il nostro popolo una grande lezione, se fosse riuscito a liberarsi dei sogni comunisti e delle illusioni rivoluzionarie attraverso la propria libera espe– rienza e per convinzione spontanea. E si doveva pure conceder qualche' cre– dito a questo popolo, che tanta fermezza e spirito di sacrificio aveva mo– strato dopo Caporetto. Pazienza e çalma erano gli espedienti doverosi, spe– cialmente da parte di quegli uomini politici che non avevano saputo né fare la guerra né fare la pace, e che. erano i principali e piu dii;etti responsabili della nevrastenia del dopoguerra di cui eran vittime gli italiani. Se c'era un uomo che non aveva il diritto di trattare questo· malanno col bastone e la rivoltella, quest'uomo era Mussolini. Nessuno piu di lui aveva contribuito prima della guerra alla diffusione in Italia del socialismo rivoluzionario e antinazionale. Lui aveva lanciato alle masse lo slogan della 8 La controrivoluzione preventiva, cit., p. 96. 39 BiblotecaGinoBianco

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