Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La reazione " antibolscevica " naturale della formazione di una union sacrée contro il comune nemico tra coloro che erano pronti ad attaccarlo dalla destra e coloro che per due anni lo avevano combattuto dalla sinistra. Fu cos{ che le locali sezioni dei Fasci divennero i punti di raccolta di tutte le forze "antibolsceviche" che si an– davano organizzando. Gli arditi, che sino al dicembre 1920 erano stati a Fiume con D'Annun– zio ed erano stati costretti ad abbandonare la città, erano adesso disoccupati. Una parte di essi trovò nelle file fasciste un nuovo impiego ben remunerato. Furono essi a introdurre nel movimento fascista la camicia nera, il pugnale, il manganello, la canzone " Giovinezza, " il saluto romano, l'olio di ricino, la crudeltà, tutto il loro armamentario, gli slogans e le abitudini. Nell'azione fascista trovarono i mezzi per vivere non soltanto quegli ufficiali smobilitati mezzo morti di fame, ma anche operai disoccupati. In Ita– lia, come dappertutto, si avvicinava una crisi industriale che portava la disoc– cupazione; e come sempre succede, la disoccupazione agiva come un tarlo nello spirito combattivo degli operai. Datori di lavoro e fascisti trassero pro– fitto da questa situazione. Molti dei socialisti di guerra ritrovarono adesso la loro vera anima e aderirono al movimento fascista. All'amore dell'avventura e al fascino di una buona paga si aggiungeva la certezza dell'i'mpunità. 15 Al quadro della situazione che, tutto sommato, su scala maggiore, ripe– teva i tratti comuni ai due anni precedenti, si aggiungeva adesso l'apporto di quegli elementi che provenivano dai ceti dei proprietari terrieri, dei nego– zianti e degli artigiani. Cosf scrisse un attento osservatore nell'estate del 1921: Dopo qualche mese quasi ovunque la maggior parte dei Fasci nell'Emilia, nel Veneto, nelle Puglie, furono nelle campagne costituiti da creature dell'Agraria. La composizione del fascismo era già notevolmente mutata, da quel ch'era prima dell'ottobre; e gli elementi studenteschi non vi rappresentavano piu la forza predominante. Anche le ~unzioni diri– genti dei fascisti passarono qua e là in mani diverse. Nelle città gli aderenti non erano piu neppur loro i medesimi di un tempo. Questi, nella loro miglior parte piu disinteres– sata, (...) eran tutti mossi da quello spirito patriottico che la guerra aveva sovreccitato ed esasperato: un patriottismo indubbiamente male inteso quanto impreciso, ma sincero. Questi però col tempo eran diventati minoranza, al sopraggiungere dei nuovi elementi. 16 Questo rapido afflusso su larga scala di gente danarosa e di spirito con– servatore in una organizzazione di giovani squattrinati che si credevano rivo– luzionari, scandalizzò e creò uno stato di disagio tra molti " fascisti della pri– ma ora." Si vedano nelle Memorie di un fascista, di Umberto Banchelli,1 7 le proteste contro " i figli ed i clienti dei barbogi, " che si recavano numerosi alle riunioni fasciste, ma non partecipavano mai a pericolose spedizioni: ; 5 " Si. arruolarono nei Fasci non solo perché non avevano educazione politica, ma anche perche volevano avere una parte in quello che stava accadendo, e non vedevano nessuna pos• sibilità di realizzazione nelle loro speranze comuniste. " O. PoR, Fascism, cit., p. 107. 16 L. FABBRI, La controrivoluzione preventiva, cit., p. 37. • 11 U. BANCHELLI, Le memorie di un fascista, Firenze, Sassaiola Fiorentina, 1922. Questo libro è un documento tipico a mostrare la incredibile confusione morale e mentale creata ìn molti giovani generosi e intelligenti dalla propaganda caotica di uomini come D'Annunzio e Mussolini. · ' 537 iblotecaGino Bianco

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