Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La reazione " antibolscevica " per quasi due anni sembrava aver sommerso il paese, adesso era chiaramente cessata. Il 10 novembre, il Popolo d'Italia osservò che "la situazione interna italiana migliora giorno per giorno. " Il momento era quindi maturo perché il governo riprendesse le sue fun– zioni: il mantenimento dell'ordine pubblico e il rispetto per la legge, contra– ria ad ogni forma di disordine. Una volta restaurato il rispetto per la legge e per l'ordine, si sarebbe dovuto attendere pazientemente che il processo di con– valescenza seguisse la sua strada, e poco alla volta la gente avrebbe ritrovato la via del buon senso. Dato lo stato di scoraggiamento dei partiti di sinistra, il ristabilimento della pace pubblica era diventato un compito facile. È vero che non si poteva pretendere di rimettere le cose a posto tutto d'un tratto; il solo farmaco per certi malanni è il tempo. E sarebbe stata per il no– stro popolo una grande e preziosa lezione, se esso si fosse potuto liberare dei sogni comunisti e delle illusioni rivoluzionarie attraverso la libera esperienza e per convinzione spontanea. Questo popolo che dopo Caporetto aveva dimo– strato tanta fermezza e spirito di sacrificio avrebbe meritato un certo credito; la pazienza e la calma erano un dovere naturale, tanto piu per quegli uomini politici che non avevano saputo né fare la guerra né fare la pace, e che erano i diretti e principali responsabili di quella nevrastenia postbellica che affliggeva il popolo italiano. Fu la disgrazia dell'Italia che in un momento come quello fosse al potere un uomo come Giolitti. L'esperienza aveva mostrato che la Camera dei depu– tati, eletta nel novembre del 1919, non era in grado di funzionare. Se si voleva una Camera meno confusionaria occorrevano nuove elezioni generali. Prima della guerra mondiale, Giolitti aveva l'abitudine di "manipolare" le elezioni parlamentari senza nessuno scrupolo e con pieno successo; egli pensò adesso che i fascisti gli sarebbero stati di aiuto per ridurre alla Camera il nuinero di deputati del partito socialista. I fascisti erano ansiosi di " dare una lezione ai bolscevichi": lasciamogliela dunque dare; una volta compiuta l'opera, ci si poteva facilmente disfare dei fascisti; dopo tutto, essi non erano nel paese che una piccola minoranza. Anche i capi militari erano desiderosi di dare una mano per schiacciare i " bolscevichi, " e la loro cooperazione poteva essere utile per un .fine comune, a condizione che smettessero di disobbedire al go– verno civile nella questione di Fiume. Tutto quanto occorreva era di lasciare che questi capi militari equipaggiassero i fascisti con fucili, mitragliatrici, bombe e autocarri, e li mettessero sotto il comando di ufficiali in congedo e in licenza. Per quanto riguarda la polizia e la magistratura, era sufficiente che questi chiudessero un occhio sui disordini promossi dai fascisti, e intervenis– sero soltanto quando si trattava di disarmare, processare e condannare chi cer– cava di opporre resistenza. Quanto alle nuove elezioni generali, queste non potevano essere "manipolate" da un giorno all'altro; occorrevano per prepa– rarle diversi mesi. Un primo risultato dell'intesa tra Giolitti e i fascisti si vide a Trieste il 14 ottobre. Qui nel partito socialista prevalsero gli estremisti, che annuncia- 53 1 fbloteca Gino Bianco

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