Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 rono un comizio di protesta in favore della Russia. A nome dei fascisti, Giun– ta intimò che "n.essun comizio deve essere tenuto per la Russia né oggi né domani, perché sarebbe un comizio contro l'Italia," "noi sappiamo di ba– stare contro chicchessia, risoluti a sparare, se occorre, contro chiunque si opponga all'urto delle nostre file, " " siamo fin da ora pronti ad uccidere e pronti a morire." 8 La polizia vietò il comizio. Il quotidiano estremista Il Lavoratore invitò il proletariato a " scendere nelle strade contro il nemico. " Gli operai abbandonarono le fabbriche, e qua e là si ebbero scontri per le stra– de. I fascisti assalirono la sede del Lavoratore e la distrussero appiccandovi il fuoco. La polizia si distinse per la propria assenza, e come al solito lo scio– pero generale fallL Questa manovra era stata progettata da Giunta d'accordo. con Giolitti, che lo aveva convocato a Roma per dargli istruzioni sul modo d'agire. 0 A questo punto, l'orribile massacro che ebbe luogo a Bologna il 21 no– vembre 1920 scatenò la reazione "antibolscevica." Come si è detto, le elezioni comunali di Bologna, del 3r ottobre, avevano dato ai ~ocialisti una vittoria assoluta. Esasperati da questa vittoria, un gruppo di fascisti, il 4 novembre, attaccò la Camera del lavoro. In questa circostanza il comunista Bucco, segretario della Camera del lavoro, che con la sua traco– tanza aveva già provocato insofferenza ed irritazione, dimostrò di essere un vigliacco, incapace di organizzare qualsiasi forma di resistenza. Dopo avere maltrattato la polizia nel corso di due anni, adesso, di fronte all'assalto fascista ne chiedeva telefonicamente l'aiuto. La polizia arrivò, e confiscò un deposito di armi ed esplosivi, e mentre la polizia perquisiva i locali, i fascisti li sac– cheggiavano. Per riparare al grave danno morale, i socialisti decisero di celebrare la seduta di apertura del nuovo consiglio comunale con una grande dimostra– zione, che doveva aver luogo il 21 novembre. Un giornale cittadino "antibol– scevico," Il Progresso, iniziò allora una campagna per impedire che i socia– listi, durante la loro dimostrazione, sventolassero le bandiere rosse. La polizia riusd a far sf che il 18 novembre si arrivasse a un compromesso tra socialisti e fascisti: i socialisti avrebbero rinunciato al loro corteo, limitandosi a tenere un comizio davanti al palazzo del municipio (Palazzo d'Accursio); le ban– diere rosse sarebbero apparse sul balcone del municipio soltanto durante i di– scorsi del nuovo sindaco e degli altri oratori ufficiali; terminati i discorsi, le bandiere sarebbero state ritirate e il comizio sciolto. Nonostante questo accordo, la popolazione rimase sospettosa e in preda a uno stato di eccitazione. Circolavano voci ignote di attacchi da una parte e dall'altra. Nel pomeriggio del sabato 20 novembre, il direttorio del Fascio fece circolare il seguente m.anifestino dattiloscritto: 8 "Avanti!," 16 ottobre 1920. 9 Abbiamo avuto tale notizia da Guglielmo Ferrero, il quale la seppe da Olindo Malagodi, direttore del quotidiano romano " La Tribuna, " e intimo di Giolitti. 53 2 BiblotecaGino Bianco

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