Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Han1ard: L'Italia dal 1919 al 1929 pazione delle fabbriche era stato un movimento grandioso, ma era stato di– retto dai socialisti di destra, e aveva avuto fini economici e non politici, svi– luppandosi ovunque in modo pacifico, ad eccezione di pochi incidenti di ca– rattere locale. Certamente l'Italia si trovava in una situazione rivoluzionaria; ma "la rivoluzione non può essere il risultato di un magico segnale dato da un capo, anche se l'influenza personale non è priva di effetto. La rivoluzione dipende da circostanze molto complesse e da numerosi fattori, che a un dato momento provocano la crisi. " Compito del partito socialista non era tanto quello di spingere le masse verso la lotta violenta, ma di " preparare tutte le forze del futuro ordine socialista, per consolidare il nuovo regime e condurlo verso il suo trionfo finale. " Mirando a questo scopo, il partito non poteva fare • a meno di quegli uomini che per tanti anni avevano diretto i sindacati, le coo– perative, i comuni; essi erano gli unici capaci di dirigere le cose nella nuova società quando la vecchia fosse crollata. " Figuratevi che cosa sarebbe Milano in mano ad un pugno di inetti arrivisti che hanno aspettato l'ultimo momento per professarsi comunisti ferventi. " 6 Queste controversie non erano fatte per mantenere elevata in Italia la febbre rivoluzionaria. Nell'autunno del 1920, due fatti mostrarono che in Italia si era già creata una nuova forma mentis tra i partiti non socialisti. Nelle elezioni ammini– strative che si svolsero in tutto il paese nel settembre e ottobre, i socialisti con– quistarono 2.022 comuni (24,3%); i popolari 1.613 (19,4%); e tutti gli altri partiti che avevano formato blocchi "patriottici" o "antibolscevichi" 4.692 (56,3%). 7 I socialisti si dimostrarono particolarmente forti in Lombardia e in Emilia, e i popolari nel Veneto; ma dappertutto e anche nell'Italia settentrio– nale, i socialisti furono sconfitti in quasi tutte le città piu importanti: Venezia, Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Palermo. A Torino furono sconfitti di stretta misura, 48.899 voti contro 48.792, grazie ai popolari che, facendo questa unica eccezione alla loro tattica indipendente, parteciparono al blocco "antibolscevico" salvando la situazione. A Milano i socialisti vinsero con uno scarto di appena 3.000 voti su un totale di 144.000. Sia a Torino che a Milano i lavoratori formavano la netta maggioranza della popolazione; ovviamente, una parte di questi aveva votato " antibolscevico. " La sola schiacciante vitto– ria socialista in una grande città si ebbe a Bologna. Via via che dal nord si · scendeva verso il centro e verso il meridione erano in testa gli " antibol– scevichi " e i " blocchi patriottici. " Pochi giorni dopo che si erano concluse le elezioni amministrative, il 4 novembre del 1920 si celebrò solennemente in tutta Italia l'anniversario dell'armistizio. L'anno prima non era stata tenuta nessuna celebrazione; il paese era agitato per la campagna elettorale, e Nitti, non a torto, aveva paura che la celebrazione desse luogo a proteste contro la guerra e a pericolosi disordini. Nel 1920, né anarchici, né comunisti, né socia– listi si sognarono di disturbare la cerimonia; l'ondata di antipatriottismo che 6 Le Parti Socialiste Italien et l'Internationale Communiste, cit., pp. 14, 24, 28, 87. 7 U. GIUSTI, Le correnti politiche italiane attraverso due riforme elettorali, cit., pp. 32-33. 53° BiblotecaGinoBianco

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