Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

L'occupazione delle fabbriche durò piu di ventiquattro mesi e si macchiò del sangue di circa 300 pe~sone ri• maste uccise durante i disordini. Mussolini approvò l'occupazione delle fabbriche, accusando tuttavia i lea– ders socialisti di non voler sferrare il colpo decisivo. Ecco quanto scnsse uno dei suoi camerati, Michele Bianchi: Il nostro atteggiamento è stato fin dal primo momento improntato a simpatia per le masse. (...) Oggi diciamo che la presa di possesso è un errore formidabile, salvo che gli organizzatori non intendano di servirsene come pedina per un altro disegno smisurata– mente piu vasto. Deve servire per un movimento sociale? In tal caso sarebbe prova di squisito acume politico ... avrebbe una logica (...). Ma Buozzi, Colombino, Guarnieri han– no una mentalità troppo realista. 14 Nei giorni dell'occupazione delle fabbriche, Mussolini cercò Bruno Buoz• zi, capo del movimento, e i due si incontrarono in un albergo di Milano, alla presenza di Manlio Morgagni del Popolo d'Italia e del suo collega Guarnieri. Mussolini non fece "offerte" di nessun genere, ma chiese di essere informato sugli scopi del movimento. Espresse l'opinione che non si sarebbe mai dovuto espellere gli operai dalle fabbriche con la forza. Se i fini dell'agitazione erano puramente economici, ai fascisti sarebbe importato ben poco che le fabbriche appartenessero ai datori di lavoro o agli operai, ma si sarebbero opposti con tutta la loro forza a qualsiasi esperimento di governo bolscevico. 15 Il 28 settembre, tre giorni dopo che gli operai avevano abbandonato le fabbriche, Mussolini affermò che Giolitti era responsabile dell'occupazione; la vertenza si era trascinata per molte settimane senza che Giolitti fosse mai in– tervenuto a risolverla. "Un intervento anticipato di Giolitti poteva evitare le balorde pregiudiziali in cui si sono irrigiditi gli industriali." 16 Cosi Giolitti avrebbe dovuto risolvere le cose contro gli industriali, e in piu Giolitti avrebbe "forse" potuto impedire l'occupazione. Mussolini non diceva come; molto probabilmente intendeva che le fabbriche fossero state fatte occupare dal– l'esercito. Ad invasione compiuta, nelle ventiquattr'ore successive 'tale compito si presentava già piu difficile. Ogni giorno di occupazione rendeva sempre piu ponderoso il compito di una espulsione degli operai - manu militari - dalle fabbriche. I guai provocati da questo atteggiamento governativo sono stati certamente gravissimi; ma chi può asseverare che la 14 " Popolo d'Italia, " 2 settembre 1 920. 15 La notizia fu pubblicata dalla " Giustizia, " quotidiano dei socialisti unitari, il 13 di• cembre 1922. Fu riprodotta testualmente dal " Corriere della Sera, " 11 maggio 19123, nel corso di una polemica col "Popolo d'Italia. " Mussolini non smenti. Nella primavera 1926, a Lon• dra, Buozzi parlando con lo scrivente ne confermava la veridicità. Non è chiaro ciò che inten• desse Mussolini minacciando di opporsi al governo bolscevico, dopo aver detto che poco gli importava che le fabbriche appartenessero ai datori di lavoro o agli operai. Probabilmente vo– leva tenere un piede in tutte e due le staffe. Se le cose andavano bene per gli operai, si sarebbe richiamato alla prima parte del suo discorso per dimostrare che lui era stato favorevole_ agli operai; se le cose con questi andavano male - come di fatto avvenne - poteva rivendi– care il merito di essersi opposto al pericolo bolscevico. 18 " Popolo d'Italia, " 28 settembre 1920. iblotecaGinoBianco

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