Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 " contro!, " e cosf è stata creata la leggenda che gli operai volevano la pro– prietà o almeno la direzione delle fabbriche. Durante il periodo della crisi, a Torino, gli scioperanti uccisero un gio– vane nazionalista e una guardia carceraria, e inoltre tre guardie regie e un carabiniere rimasero uccisi nel corso di conflitti. 12 I due primi delitti furono particolarmente crudeli. Non si dà movimento sociale in cui sia possibile evi– tare l'infiltrazione di pazzi o di criminali. In tutte le altre parti d'Italia non si verificarono spargimenti di sangue. Un produttore americano, proprietario di un vasto stabilimento nell'Italia settentrionale, dette il seguente resoconto, che rispecchia la sua esperienza personale: Gli operai furono abbastanza ingenui da credere che con l'occupazione delle fabbriche avrebbero dato il via a una rivoluzione mondiale. Una volta al nostro posto, non arreca– rono nessun danno volontario al macchinario, al contrario cercarono di far funzionare la fabbrica. Durante le loro esibizioni, io me ne andai tutti i giorni a giuocare a golf. Per quanto transitassi in macchina nella zona dove si trova il mio stabilimento, non venni mai molestato. 13 Tori.no era considerata come la cittadella del comunismo italiano, e la Fiat come uno ·dei piu fiorenti vivai del comunismo torinese. Il 20 settembre, il presidente della Fiat, Agnelli, si recò allo stabilimento della Fiat Centro, per prenderlo di nuovo in consegna dalla commissione interna che lo aveva diretto durante l'occupazione. Il Corriere della Sera del 1 ottobre 1920 scrive: Il loro arrivo (di Agnelli e dell'ing. Fornaca) fu salutato da una salve di applausi. (...) Sul tavolo dello studio del comm. Agnelli era stato deposto un grosso mazzo di garofani rossi (simbolo socialista). A una parete era l'emblema della falce e del martello. Agnelli non ritenne che gli applausi fossero un compenso sufficiente per la falce e il martello comunisti, e annunciò sui giornali che si sarebbe dimesso dalla presidenza. Un mese dopo, gli mod la madre. Ecco quanto si legge nel Corriere della Sera del 31 ottobre 1920: Agli imponenti funerali della signora Agnelli hanno preso parte (...) 3.000 operai della " Fiat. " Per deliberazione dei dirigenti delle organizzazioni operaie, durante le ese– quie in tutti i quattordici stabilimenti che compongono la "Fiat " è stato sospeso il la– voro in segno di lutto. All'uscita della salma dalla chiesa parrocchiale ( ...) è avvenuto un significativo episodio: uno dei membri della commissione interna operaia della "Fiat ·centro, " consigliere provinciale socialista, si è avvicinato al comm. Agnelli e gli ha detto ad alta voce: "Torni con noi ... !" Un rappresentante degli impiegati, a nome di tutti i colleghi, ha espresso lo stesso desiderio. Il comm. Agnelli, sopraffatto dalla commozione, non ha pronunziato parole, ma ha stretto lungamente la mano ai due interpreti del per– sonale dell'azienda. Questo era il "bolscevismo" italiano nel 1919-1920. Una puerile baraonda di applausi, garofani rossi, emblemi comunisti, scioperi, dimostrazioni, che 12 Per questi delitti, nel marzo del 1922, undici persone furono condannate a pene va– rianti da uno a trent'anni di detenzione. ta "Survey Graphic," New York, March 1927. 522 Bibloteca Gino Bianco

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