Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

L'occupazione delle fabbriche altre città d'intorno. È da sperare che dopo questa esperienza americana, l'oc– cupazione delle fabbriche del 1920 in Italia cesserà di essere usata dalla pro– paganda come la piu terribile manifestazione del " bolscevismo italiano. " Una delle idee sbagliate diffuse nei paesi di lingua inglese in rapporto a questi fatti è dovuta soltanto ad una erronea traduzione della parola italiana "controllo." La parola "controllo" in italiano non è l'equivalente del ter– mine inglese "control," che significa possesso e direzione; essa significa "ri– scontro dei conti. " Gli operai chiedevano salari piu alti per fare fronte al cre– scente costo della vita. I datori di lavoro ribattevano· che il livello di produ– zione non permetteva loro la concessione di salari piu alti. I lavoratori soste– nevano che gli affari andavano bene. L'industria automobilistica, ad esempio, aveva esportato nel 1919 lo stesso numero di macchine che nel 1913, alla vigi– lia della guerra; e nel 1920, anno dell'occupazione delle fabbriche, l'esporta– zione di automobili aveva superato di otto volte quella dell'anno precedente. Mentre i datori di lavoro affermavano di trovarsi in brutte acque, gli operai sapevano che nell'industria metallurgica la disoccupazione era in diminu– zione, il che significava che gli affari andavano bene. 11 Gli operai quindi chie– devano che i bilanci delle aziende fossero verificati e resi pubblici; domanda– vano anche che in ogni fabbrica gli operai eleggessero una commissione, che li rappresentasse nelle vertenze disciplinari e nella stipulazione di accordi di lavoro. Per indurli ad abbandonare le fabbriche e ritornare a casa, Giolitti pro– mise loro che avrebbe presentato al Parlamento un disegno di legge per il " controllo delle fabbriche, " cioè, per dare il diritto ai rappresentanti sindacali di ottenere informazioni veritiere circa le condizioni finanziarie effettive delle aziende, e il diritto di avere voce in capitolo in tutte le fabbriche in materia di disciplina interna. Gli addetti commerciali dell'ambasciata di Gran Bretagna a Roma, E.C. Cure e J.H. Henderson, nel loro General Report on the Commer– ciai, lndustrz·az and Economie Sùuation z'n ltaly in December 1920 alla pa- . . gma 19 scnvono: I dipendenti si rifiutano di lavorare perché hanno la convinzione di venire sfruttati, anche se molti accetterebbero un sistema dove si riconoscono i diritti del capitale, una volta assicurati che questo capitale viene amministrato equamente. È da augurarsi che que– sta difficoltà venga almeno in parte rimossa con l'introduzione del sistema di controllo operaio avanzata nel corso della recente vertenza degli operai metallurgici, e il cui principio è stato accettato nell'accordo finale. A rigar di termini, il controllo operaio in– dica il diritto di verifica e di investigazione da parte degli operai e non la partecipazione alla direzione. (...) Le trattative sono state interrotte in seguito alla richiesta degli operai di ampliare il significato del termine, e in particolare comprendervi il diritto da parte loro di ave.re voce in capitolo nell'assunzione e licenziamento di dipendenti. Gli agenti fascisti e quegli " st_udiosi " che hanno attinto dalla loro pro– paganda hanno tradotto la parola italiana " controllo " con la parola inglese 11 A. LABRIOLA, Le due politiche, cit., pp. 304-305. 521 ibloteca Gino Biànoo

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