Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 accordo tra datori ,di lavoro e operai, in seguito al quale gli operai fecero ritor– no alle loro case ma "i rappresentanti dei lavoratori venivano ad avere il di– ritto di investigare su ogni fase del processo industriale, comprese le finanze, per conoscere le condizioni effettive dell'industria in cui lavoravano, ed essere cosf in grado di chiedere aumenti salariali quando i guadagni ne giustificavano la richiesta; all'opposto essi non si sarebbero dovuti opporre ad una riduzione di salari quando i guadagni diminuivano. " 8 Uno studioso francese, che fu un testimone oculare di questi fatti, Albert Dauzat della Sorbona, scrisse poche settimane piu tardi: Sono passate settimane e mesi, e la rivoluzione che taluni speravano e altri teme– vano non ha avuto luogo, e secondo tutte le apparenze non avrà luogo mai. L'ora è pas- ~ sata. Gli scioperi non hanno ottenuto quei risultati politici sperati dagli estremisti. La società capitalista ha dimostrato una eccezionale resistenza. L'occupazione delle fabbriche sembra essere stata il punto culminante della crisi. L'ordine sociale e politico ne è uscito felicemente. ( ...) La parola d'ordine è stata soprattutto evitare spargimenti di sangue, che avrebbero potuto provocare l'irreparabile. A loro volta, i socialisti e i dirigenti sindacali hanno sempre consigliato ai loro seguaci di mantenere la calma. Tale atteggiamento fa onore al _popolo italiano e ai leaders politici. Il governo non ha tirato le redini, senza tut– tavia abbandonarle completamente. Tale metodo, secondo i conservatori, è stato pericoloso. Certamente esso ha implicato dei rischi, ma non maggiori che col metodo opposto. 9 Giolitti si poteva congratulare con se stesso della buona riuscita di que– sta politica di attesa, che aveva superato tutte le aspettative. 10 Il sistema dello sciopero bianco fu imitato in Francia da milioni di lavo– ratori nel giugno del 1936. Il governo francese non liberò le officine a canno– nate, se non altro perché facendo cosf avrebbe danneggiato gli impianti. Natu– ralmente i datori di lavoro francesi lamentarono che gli scioperanti occupas– sero illegalmente i loro stabilimenti. Ciò nonostante nessuna persona di buon senso proclamò che nel 1936 la Francia era in baHa di una rivoluzione bolsce– vica. Al contrario, il New York Times del 6 gennaio 1937, faceva il seguente commento: "Esso (il movimento di scioperi bianchi) è prova delle riserve di prudenza e autocontrollo del popolo francese, che nell'occupazione di fab– briche e officine ha dimostrato cosf scarsa violenza. " Il sistema dello sciopero bianco si estese negli Stati Uniti nel 1937. Il governatore del Michigan, Mur– phy, si rifiutò di fare uscire gli operai con la forza a Detroit, Flint e nelle 8 H. C. McLEAN, Labor, Wages and Unemployment in Italy, United States Department of Commerce, Washington, 1925, p. 3. 9 A. DAUZAT, La crise sociale en Italie, in "Revue Mondiale," 15 Decembre 1920. 10 Sulla crisi che viene definita " occupazione delle fabbriche " abbiamo il resoconto del ~inistro del Lavoro, Labriola, al Senato, il 20 dicembre 1920 (A. LABRIOLA, Le d1ie politiche ..., c1t., pp. 297-3 r r ), e due narrazioni particolareggiate: una pubblicata negli " Studies and Re– ports" dell'International Labor Office (Series A, number 11, Nov. 5, 1920); l'altra ad opera di una delle piu intelligenti autorità nel campo della vita sociale ed economica italiana, Rie• CARDOBACHI (L'Italia economica nel 1920, cit., p. 347)'. Altri buoni resoconti in: E. VERCESI, Il movimento cattolico in Italia, cit., pp. 254 sgg.; A. BORGHI, L'Italia tra d1ie Crispi, cit., pp. 248-296; E. A. MowRER, Immortal Italy, cit., pp. 329-34; O. PoR, Fascism, London, Labour Publislìing Co., 1923, pp. 66 sgg.; C. BEALS, Rome or Death: The Story of Fascism, London, John Long, 1923, pp. 35-38; P. H. Box, Three Masters Builders, London, Jarrolds, 1925, pp. I 35·37• 520 BiblotecaGino Bianco

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