Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 gli aumenti sahtriali e le otto ore di lavoro, e cercava di dominare questo pro– blema, come del resto tutti gli altri problemi, ritardandone il piu possibile la soluzione. Di conseguenza questi impiegati cominciarono a tenere comizi di protesta, poi a ritardare i servizi, e finalmente, nel gennaio 1920, i postelegra– fonici scesero in sciopero. Solo a questo punto il governo fece quelle conces– sioni, che se fossero state fatte prima avrebbero evitato lo sciopero. Fu subito la volta dei ferrovieri, e dopo due settimane di sciopero (6-20 gennaio) anche loro ottennero quanto chiedevano, cioè aumento dei salari, otto ore di lavoro e misure protettive contro gli arbitd dei loro superiori. Ma durante questa crisi, i sindacalisti rivoluzionari e gli anarchici conquistarono il controllo della organizzazione nazionale dei ferrovieri, e da questo momento in poi la <lisci- • plina andò a farsi benedire. Il primo maggio, il traffico praticamente venne sospeso in tutto il paese; sino al giugno del 1920 si ebbero circa una cinquan– tina di scioperi piu o meno estesi; alcuni di questi scioperi erano fatti per ·bloccare treni che trasportavano soldati, carabinieri e guardie regie. Il 15 aprile venne fermato alla stazione di Livorno un treno di guardie regie diretto a Torino, Il 22 aprile, alle stazioni di Pavia, Domodossola e Novara, i ferro• vieri si rifiutarono di trasportare le truppe inviate a Torino per ristabilirvi l'ordine; e alla stazione di Firenze ci fu uno sciopero bianco. L'8 giugno, i ferrovieri della stazione di Cremona rifiutarono di condurre un treno di mu– nizioni belliche, che pensavano fosse destinato alla Polonia contro la Russia sovietica. Un funzionario della stazione si adoprò per far partire il treno; gli scioperanti chiesero il suo trasferimento, e siccome questo venne rifiutato, lo sciopero si allargò a Milano e alla parte orientale della Lombardia. Lo scio– pero terminò il 24 giugno, senza che il trasferimento fosse stato ottenuto. In Italia gli scioperi ferroviari non furono mai cosi gravi come quelli che nello stesso periodo di tempo ebbero luogo in Inghilterra. Nel settembre del 1919, mezzo milione di ferrovieri inglesi scioperarono per nove giorni consecutivi paralizzando completamente il traffico in tutto il paese. In Italia, nel gennaio del 1920, non piu di 72.000 ferrovieri, su 198.000, scioperarono; nel Mezzogiorno, il 90% del personale si astenne dallo sciopero. Quasi tutti gli altri scioperi furono di durata limitata. Ma uno sciopero in un nodo fer– roviario, quali Verona, Milano, Torino, Genova, Bologna, anche se era pu– ·ramente locale, disorganizzava i servizi di tutte le linee che dipendevano da esso. Il disagio tra il pubblico era grande, e quando sopraggiunse la reazione i ferrovieri dovettero pagar cari i loro capricci. I casi di arresto di treni mili– tari non furo.t?,opiu di una dozzina in tutto l'anno; ma divennero un luogo comune della propaganda "antibolscevica," e la gente, sentendone parlare di continuo, fini per credere che questo intollerabile scandalo avvenisse tutti i giorni e ovunque, e che si dovesse porvi fine a qualunque costo. Nel dicembre del 1919 fece ritorno dall'Inghilterra l'anarchico Errico Malatesta. Aveva 67 anni, e dietro di sé mezzo secolo di attività rivoluzio– narie. Nella primavera del 1914 era stato implicato in una rivolta piuttosto grave scoppiata nell'Italia centrale, la cosiddetta "settimana rossa," e per sfug, ,. BiblotecaGino Bianco

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