Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La paralisi parlamentare Un regime democratico può funzionare soltanto fino a che i cittadini so– no disposti ad accettare come definitivo il verdetto della maggioranza, ad unirsi per eleggere i rappresentanti la cui maggioranza formerà il governo, e ad agire secondo la legge anche quando questa venga imposta mediante san– zioni penali. Quando non esiste una maggioranza definita tra i rappresen– tanti, i diversi gruppi devono essere pronti a raggiungere un compromesso e formare una coalizione in grado di funzionare. L'unanimità non è necessa– ria e neppure possibile; ci sarà sempre chi si rifiuta di cooperare e di rispet– tare la legge. Ma finché ci sono soltanto delle piccole minoranze il regime de– mocratico sta in piedi. La crisi sopravviene quando queste minoranze non sono piu piccole, e quando esse si rifiutano di prestare la loro collaborazione al momento in cui questa è divenuta indispensabile. Tale fu il caso dell'Italia nel 1919-1920. I massimalisti affermarono che il proletariato è una classe com– patta impegnata in una lotta all'ultimo sangue con la classe capitalista. In at– tesa dell'era nuova, essi non potevano venire a un compromesso di nessuna specie con i rappresentanti politici della classe " capitalista. " Fintanto che il numero dei deputati socialisti era stato scarso, la loro mentalità marxista non aveva dato nessuna noia al funzionamento delle istituzioni parlamentari. Essi esprimevano le sofferenze delle masse lavoratrici e agivano utilmente come un campanello d'allarme a impedire che i partiti conservatori si addormentassero compiaciuti di sé e della propria opera. Ma adesso i socialisti formavano quasi un terzo di una Camera in cui senza la loro collaborazione non era possi– bile formare nessuna coalizione governativa; essi non erano abbastanza nu– merosi per formare da soli un gabinetto, e tuttavia il loro pregiudizio marxi– sta, ·contrario al compromesso, proibiva loro di allearsi con i partiti "bor– ghesi" e aiutarli nella formazione di un gabinetto. Il sistema non poteva far altro che incepparsi. La crisi si verificò al momento in cui l'atteggiamento sedizioso dei capi militari rendeva piu che mai necessario un governo saldo. Quelli che non avevano ancora capito la serietà della congiura militare dovevano capirlo il 23 novembre, quando il governo permise che i giornali pubblicassero la no– tizia che il 14 D'Annunzio aveva lasciato Fiume dirigendosi su una nave da guerra a Zara, capitale della Dalmazia, senza che la flotta italiana facesse niente per fermarlo, e che a Zara il vice ammiraglio Milio, governatore della Dalmazia inviato dal governo italiano, lo aveva ricevuto con solenni onori, dandogli pubblicamente la sua parola d'onore che non avrebbe mai abbando– nato la Dalmazia. La censura aveva tenuto la notizia segreta sino a dopo le elezioni del 19 novembre; come osservava l'Osservatore Romano del 23 no– vembre, se il governo avesse permesso la pubblicazione della notizia prima delle elezioni, i cosiddetti partiti patriottici sarebbero stati sconfitti in modo anche piu disastroso. Alla nuova Camera, nella seduta del 21 dicembre, un deputato sollevò la questione dei rapporti tra il governo civile e le piu alte autorità militari. Domandò se era vero che il pericolo di atti di indisciplinà nelle truppe stanziate nell'Istria fu segnalato in tempo dal governo al gene- 497 ibloteca Gino Bianco

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