Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Conservatori e rivoluzionari E in un commento redazionale si diceva: Anche in altri punti dell'Italia centrale si delinea l'insurrezione delle classi operaie contro i primi e diretti responsabili della insostenibile situazione alimentare del nostro paese. (...) Non è il partito socialista ufficiale quello che ha provocato e diretto queste dimostrazioni, (...) manca ad esso la volontà di capeggiare un moto che oltre ad essere saturo di responsabilità può frustrare le vecchie e nuove speculazioni parlamentari e mini– steriali preordinate magari a base di minacce rivoluzionarie. (...) Per nostro conto affer– miamo esplicitamente la giustizia fondamentale della protesta popolare. Sul numero del 5 luglio si leggeva: Io spero anzi che, nell'esercizio di questo sacrosanto diritto, la folla non si limiti a colpire i criminali nei beni, ma cominci anche a colpirli nelle persone. Qualche incettatore penzolante dal lampione vicino al covo dei suoi misfatti (...) servirebbe di esempio. 14 E nello stesso numero, un comunicato dei Fasci di combattimento diceva: Il comitato centrale dei Fasci di combattimento, proclama la sua illimitata solidarietà con il popolo delle varie provincie d'Italia insorto contro gli affamatori; plaude all'iniziativa della requisizione popolare, ed impegna i fascisti ad indire e .fiancheggiare risolutamente le manifestazioni di energica protesta. A Milano i moti per il caro-viveri cominciarono il 6 luglio e continua– rono per due giorni, ma senza raggiungere la gravità di Firenze, perché a Milano la polizia aveva raccolto forze sufficienti per controllare l'uragano, e operò 2.200 arresti tra i bassifondi cittadini. Anche a Milano, finiti i tumulti, si moltiplicarono le iniziative "antibolsceviche," promosse dalle stesse persone e dagli stessi gruppi che pochi giorni prima erano stati in testa a tutti nel– l'incitare la folla contro gli speculatori alimentari; in questa ondata "anti– bolscevica," Mussolini fu di nuovo in prima fila. Tutti questi fatti ci portano a concludere che i moti per il caro-viveri del luglio cominciarono in modo spontaneo in Romagna, come era successo alla metà di giugno a La Spezia e nelle città vicine; ma a questo punto i gruppi che operavano contro Nitti si misero a soffiare sul fuoco, nella speranza che Nitti, sopraffatto dai disordini, fosse costretto a cedere il governo ad un mi– nistero di generali, o che; per ristabilire l'ordine, ricorresse a una politica di repressione violenta, che avrebbe creato una barriera di odio tra lui e i socia– listi. Nitti evitò tutte e due le alternative, dando al paese l'impressione che non intendeva approfittare dei m~ti per il caro-viveri, per inaugurare una po– litica reazionaria; in tal modo i conflitti, anche se ci furono morti e feriti, rimasero degli sciagurati incidenti locali, inevitabili in una rivolta di tale ampiezza. La Camera dei deputati tornò ad aprirsi il 9 luglio, cioè quando il peggio era passato. I deputati socialisti mantennero il loro atteggiamento di opposi– zione senza possibilità di compromessi verso qualsiasi governo "borghese, " 14 Giustizia di popolo, di Alceste De Amhris. 473 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=