Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Conservatori e rivoluzionari s1z10ni nei negozi protetti da questi talismani. La proprietà privata veniva posta sotto la protezione della Camera del lavoro massimalista: in questo modo la commissione cominciò a " disciplinare il movimento. " Il 5 luglio, il giornale massimalista gridava ancora gli slogans piu vuoti: La lotta non è finita. È appena incommc1ata. Dovrà estendersi, dovrà intensificarsi. Perché tutte le aspirazioni dei lavoratori han da esser conseguite, perché il comunismo che è ancora una speranza ha da essere realtà, (...) chi non sente .che si mira sempre piu lon– tano, sempre piu in alto? 8 Mentre gli scrittori del giornale massimalista si ubriacavano di parole, gli scrittori del giornale conservatore, il 5 luglio, cessavano di esprimere la loro soddisfazione per "la disciplina e serietà" del movimento, e insistevano in maniera piu decisa sul fatto che la responsabilità per quanto stava avvenendo ricadeva sulla Camera del lavoro; era suo dovere adesso "sbrogliare il pastic– cio giuridico creato dalle requisizioni " 9 ; la responsabilità dei suoi dirigenti sarebbe stata al tempo stesso civile e penale; attualmente c'era anche una re– sponsabilità verso il genere umano, dato che era diventato loro dovere prov– vedere all'approvvigionamento della città. Cosf, se si fosse rimasti a corto di merci, ne sarebbe stata responsabile la Camera del lavoro. La commissione della Camera del lavoro aveva altro da fare che badare a queste insinuazioni; la popolazione si stava stancando di disordini che pro– vocavano sprechi di beni e non avevano nessuno scopo; perciò venne diramato un ordine che invitava a cessare lo sciopero a partire dalla mezzanotte se– guente. Tale ordine fu pubblicato nello stesso numero del giornale massima– lista che annunciava che la lotta non era finita, ma appena cominciata. Dato che il 5 luglio era un sabato, lo sciopero veniva a cessare di domenica; la com– missione era sicura che tutti l'avrebbero obbedita, perché sciopero o non scio– pero di domenica tutte le fabbriche eran~ chiuse; nel frattempo, un altro gior– no di riflessione avrebbe aiutato la gente a ritrovare la via del buon senso. E difatti, il lunedf 7 luglio, il lavoro venne ripreso ovunque. Ora, proprio il 7 luglio, il giornale conservatore scopri che il popolo che desiderava una rivoluzione politica spingeva il paese verso la miseria e la fame; non erano riusciti nel loro sforzo durante i moti per il caro-viveri, ma avrebbero provato di nuovo. Tutti coloro che amavano la patria dovevano stringersi insieme per difenderla contro i nemici interni; cosf sorse a Firenze un'alleanza antibolscevica, 10 e Giunta, quello stesso nazionalista che la· séra del 2 luglio aveva agitato il paio di scarpe a 48 lire,' ne fu uno dei primi fon– datori. Naturalmente i negozianti e i contadini che si erano visti "requisire" 1 prodotti, furono entusiasti di questa nuova alleanza. In tutta Italia, quei giornali che avevano agito in pieno accordo con la 8 " La Difesa, " s luglio 1919. · 9 "La Nazione, " 5 luglio 1919. 10 L'Alleanza di difesa cittadina; vedi " La Nazione, " 9 luglio. Bibloteca Gino Bianco 47 1

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