Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Capitolo tredicesimo Conservatori e rivoluzionari I moti per il caro-viveri del luglio 1919 ci aiutano, piu di ogni altro fatto, a capire la mentalità del popolo italiano e i fini dei diversi partiti nei primi anni del dopoguerra. I disordini di Firenze furono i piu gravi e i piu signi– ficativi. A Ffrenze, •la federazione socialista, il giornale ufficiale del partito,_ La Difesa, e la Camera del lavoro erano sotto il controllo dei massimalisti. Il 21 giugno 1919, La Difesa annunciò che "l'azione era imminente": Sentiamo che è venuta l'ora, tanto per il partito quanto per i lavoratori, di tener fede agli impegni presi, di passare dalle parole ai fatti. (...) Oggi è l'ora in cui si raccolgono le fila di una immensa rete di incitamenti alla lotta e al sacrificio. (...) Guai a chi credesse di poter dare sfogo all'ira popolare (...) con uno sciopero generale contenuto in prestabiliti limiti di tempo. (...) Il generoso popolo nostro (...) non vede nulla che non sia l'azione nella quale è stato educato; non spera in nulla che non sia l'azione nella quale gli si è fatto riporre ogni speranza. Ma che sia azione, azione vera e risolutiva. Compagni, sorgia– mo I La grande ora sta per scoccare! Pure, quando la notizia dei moti di ForH apparve sui giornali del 2 lu– glio, non furono i massimalisti ad incitare la folla alla " a~ione vera e riso– lutiva"; fu quello stesso nazionalista, Giunta, che a Roma pochi giorni prima aveva cercato di sollevare i combattenti contro il governo. La sera del 2 luglio, in una adunanza di combattenti, agitando un paio di scarpe gridò di averle pagate 48 lire, eccitando i suoi compagni a saccheggiare i negozi. La mattina del 3 luglio, il quotidiano ultraconservatore di Firenze, La Nazione, dedicò due colonne a descrivere la rivolta "disciplinata" di ForH, Faenza, Imola ed altre località, e mezza colonna ad attaccare violentemente i profittatori di guerra. In verità, è amaro di dover scrivere parole di sdegno contro gente che, bene o male, fa pure parte della famiglia italiana. Ma il disgusto e l'ira ci salgono alla gola. È mai possibile di dover trovare anche oggi, dopo la tremenda lezione della guerra, uomini cosi testardi e perseveranti nel male? Ma non sentono nulla, questi sciagurati, di quel che accade intorno a loro? Non pensano che la pazienza del popolo ha un limite terribile, oltre il quale le piu crudeli incognite sono schierate? Hanno cervello, hanno sangue, hanno nervi, questi malvagi cittadini? (...) Noi non aggiungiamo di piu. Abbiamo ancora BiblotecaGino Bianco

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