Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 di Porli - Faenza, Meldola, e Imola - scoppiarono scioperi generali contro gli "speculatori," e contro il governo che non legava gli "speculatori" mani e piedi. A Imola, come a ForH, la folla saccheggiò i negozi; la polizia fece ricorso alle armi e uccise quattro persone. Il 3 luglio, scioperi generali si dif– fusero anche nelle città a sud di ForH: Cesena, Senigallia, Ancona, Falco– nara, lesi. Di città in città, automobili " requisite " dalle " guardie rosse" portavano la notizia che il "gran giorno '' era arrivato. Il 4 luglio, tutta la Romagna e la parte confinante delle Marche era teatro di scioperi generali, forzate riduzioni di prezzi e "requisizioni." Contemporaneamente, il 3 luglio, le notizie dei fatti di ForH e di Imola, riportate dai giornali, provocarono a Firenze la devastazione dei negozi, che · si ripeté il 4 a Prato, Torino e Voghera, e il 5 a Brescia, Alessandria, Pinerolo, Novi Ligure, Pisa, Livorno, Piombino, Siena, Taranto e Palermo; il 6 e il 7 luglio, vi furono saccheggi a Milano, Sesto San Giovanni, Vicenza, Genova, Roma, Napoli e Catania; a Grottaglie la folla appiccò il fuoco al municipio; contemporaneamente, scioperi generali e scontri con la polizia avvenivano in molte altre località. È assai probabile che i giornali non abbian dato notizia dei disordini e degli scioperi generali che avvennero nei centri minori; ma anche se i di– sordini avessero coinvolto parecchi altri paesi e città oltre quelle enumerate, si deve tener presente che ci sono in Italia circa 7.500 paesi e città. Ciò si– gnifica che nella sua stragrande maggioranza il paese rimase tranquillo. Solo in Romagna e nelle vicine Marche la rivolta si estese in un'area vasta e com– patta. L'Italia del luglio del r9r9 non era la Russia del r9r7, quando milioni di soldati, che conservavano i loro fucili, disertarono dal fronte e misero a soqquadro tutta la struttura politica e amministrativa del paese. Tuttavia, tra le città che ai primi del luglio r9r9 soffrivano di convulsioni, erano alcuni dei centri piu importanti, come Milano, Torino, Livorno, Firenze, Ancona, Roma, Palermo, e qui erano i centri vitali del paese; se i moti per il caro– viveri si fossero trasformati, in queste grandi città, in movimenti rivoluzio– nari, certamente anche i centri minori avrebbero seguito il loro esempio. In quei giorni, sembrò che una rivoluzione di tipo russo si stesse avanzando, e che niente potesse fermarla. Non successe niente di simile. La Confederazione generale del lavoro si mantenne estranea al movimento e non fece niente per dargli un fine politico o rivoluzionario. Le ferrovie, i servizi postale, telegrafico e telefonico non scioperarono. Poco alla volta l'uragano si plaGÒda sé, e il r3 luglio le condi– zioni erano ritornate normali in tutta Italia, cioè gli scioperi e gli altri inci– denti non erano piu numerosi che in tempi normali. Durante tutto il periodo critico, polizia e carabinieri, ovviamente per ordine di Nitti, si astennero ovunque da azioni di repressione violenta. Ri– corsero alla t~ttica difensiva; proteggevano dagli assalti le banche, le zone piu importanti delle città grandi e tutti i centri vitali per l'attività di gover– no, abbandonando a se stesse le periferie delle città grandi, la campagna, e i BiblotecaGino Bianco \

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