Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Da Orlando a Nitti diritto di partecipare a movimenti sediziosi di qualsiasi genere; la polizia poteva soltanto prendere i loro nomi, se gli riusciva, e denunciarli ai loro superiori in modo che questi potessero decidere se era o no il caso di punirli, dopo che il movimento sedizioso era stato condotto a termine. Secondo queste nuove teorie di diritto costituzionale, i nazionalisti ten– nero un comizio di protesta il 4 luglio, al quale parteciparono "molte centi– naia di ufficiali, di reduci e di cittadini," sotto la presidenza del combattente Giuriati, che piu tardi fu segretario generale del partito fascista e ministro dei Lavori Pubblici con Mussolini. Nitti non fu il solo bersaglio di quel giorno; votarono anche " un monito solenne nell'ora grave che volge in Italia, alla Corona, al Governo e al Parlamento." 15 Tanto per i nazionalisti e i fascisti, quanto per i massimalisti, gli spartachisti e gli anarchici, le leggi non esiste– 'vano piu. I primi lavoravano per un colpo di stato militare destinato da ultimo a riuscire; i secondi sognavano una rivoluzione proletaria che non si rea– lizzò mai. Questo turbinio di parole aveva appena cominciato a placarsi, quando una ondata senza precedenti di moti per il caro-viveri sconvolse gran parte d'Italia. I disordini cominciarono a ForH la mattina del 30 giugno, quando la folla, che era esasperata per i crescenti prezzi delle verdure, uova, frutta, pesce, distrusse nella piazza del mercato tutto quanto vi era in vendita: un metodo certamente non tra i piu idonei per ridurre il costo della vita. Anche le organizzazioni operaie vollero fare qualcosa perché diminuisse il costo della vita, e proclamarono per il giorno seguente uno sciopero generale di protesta contro gli speculatori e contro il governo che non faceva niente per fermare la " speculazione. " Persino il sindaco della città volle fare la sua parte, e ordinò che tutti i prezzi venissero ridotti della metà. Il giorno dopo, durante lo sciopero, un negoziante sparò contro un gruppo di persone che si erano radunate davanti al suo negozio. Questo negozio fu saccheggiato, e quando la notizia del fatto si diffuse, altri negozi di stoffe, generi alimentari e scarpe vennero saccheggiati. I negozianti che volevano evitare di farsi devastare le botteghe, attaccarono dei cartelli dove si di_ceva: "Le chiavi sono state conse– gnate ai rappresentanti del popolo, " oppure: " Le merci sono state messe a disposizione della Camera del lavoro," o anche: "Le chiavi sono state con– segnate al sindaco." Qualcosa dello stesso genere era avvenuto a La Spezia due settimane prima,1 6 e le notizie dei fatti di La Spezia servirono come mo– dello per gli scioperanti, per il sindaco e per i negozianti di ForH. Qui tutta– via gli scioperanti non arraffavano per sé quelle merci che non venivano di– strutte, ma le " requisivano, " le ammassavano su automobili e camions, an– che questi "requisiti," e le portavano alla Camera. del lavoro; in tal modo la ricchezza non veniva "privatamente appropriàta," ma "socializzata." Il 2 luglio, alla notizia dei fatti di ForH, in tre località vicine e a nord 16 " Corriere della Sera, ,, 5 luglio I 9 I 9. 18 Vedi cap. XI, p. 449. ibloteca Gino Bianco

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