Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 I piu rumorosi erano i nazionalisti; avevano sostenuto sino in fondo Orlando e Sonnino, e ora che in quel disastro totale i loro uomini di fiducia erano naufragati, non erano abbastanza onesti da ammettere i loro errori. Nessun uomo politico che si rispetti lo fa mai. Cercavano un capro espiatorio su cui scaricare le loro rampogne per la "umiliazione" sofferta dall'Italia, e trovarlo non fu difficile. Non Orlando e Sonnino, né tanto meno coloro che li avevano appoggiati, erano stati i responsabili, ma invece quegli italiani che per mancanza di disciplina e di patriottismo non avevano appoggiato Orlando e Sonnino contro "lo straniero." Se tutti gli italiani fossero rimasti compatti dietro i loro rappresentanti durante le trattative di pace, Wilson e gli alleati non avrebbero mai osato negare all'Italia il compimento delle sue "aspirazioni • nazionali." I "traditori" della "democrazia parlamentare" avevano "pu– gnalato l'Italia alle spalle." Mussolini, come suo solito, fu il piu violento di tutti. Accusò di vigliac– cheria gli uomini del governo e incitò il popolo italiano a schiacciare tutti i " traditori " - cattolici, democratici e " bolscevichi " soprattutto - e offri il proprio aiuto a Russia, Germania, Ungheria e Bulgaria, che chiamava le "nazioni proletarie," in una nuova "guerra rivoluzionaria" contro le "na– zioni capitaliste." L'Italia non avrebbe mai trovato pietà presso americani, inglesi e francesi, "lupi, volpi e sciacalli," fintanto che fosse rimasta di fronte a loro con aria umile e servile; per disarmare i suoi terribili alleati avrebbe dovuto mostrar loro i denti, e non piagnucolare quando questi la tenevano in poco conto. 2 Tutta questa levata di scudi per la " vittoria mutilata" colpi'. in primo luogo i giovani e i ceti medi. L'idea che l'Italia, dopo tante sofferenze, fosse vittima di una ingiustizia e di una ingratitudine criminale, creò in loro il desi– derio di un'azione violenta contro coloro che in Italia e fuori d'Italia erano i responsabili di tale disastro. Arrivarono a convincersi che i vecchi uomini politici avrebbero dovuto essere estromessi dal potere anche a costo di una rivoluzione, e che l'affronto patito dal paese alla Conferenza della Pace avrebbe dovuto essere vendicato anche a costo di una nuova guerra. Contro l'accusa di essere degli antirivoluzionari, avrebbero protestato in– dignati; non avrebbero mai dato il loro appoggio ad un movimento politico ~l servizio degli interessi e degli ideali conservatori. Mussolini soddisfece la loro confusa agitazione presentandosi a loro come il solo rivoluzionario auten– tico che esistesse allora in Italia. Uno scrittore fascista ha osservato che tra i seguaci di Mussolini si ritrova "la mentalità repubblicano-anarchica, la men– talità sindacai-rivoluzionaria, la mentalità goliardica e quella futuristica, po– tenziate da tutte le dinamiche dell'arditismo (...); fortunato incontro di valori e forze fino allora disperse, solidarietà imprevista di cui la guerra era stata la prima scuola." 3 In altre parole, tra i seguaci di Mussolini si potevano ri- 2 "Popolo d'Italia, " 1 s settembre 1919 (cit. trad.). 3 C. ~ELLIZZI, Problemi e realtà del fascismo, Firenze, 1924, p. 163. BiblotecaGino Bianco

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