Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harva1·d: L'Italia dal 1919 at 1929 Nel 1919 la guerra era finita, la Germania priva di forza e Sonnino non piu in una posizione tale da potersi mantenere in equilibrio tra la Germania e i suoi nemici, e neppure era in grado di minacciare di guerra Wilson, Lloyd George e Clemenceau; poteva soltanto minacciare una rivincita per quando la Germania avrebbe riacquistato le proprie forze. È quanto fecero i giornali italiani. Tali minacce, invece di migliorare la situazione dei diplo– matici italiani, la peggiorarono. Intanto in Italia le condizioni diventavano sempre piu precarie. Le zone di frontiera che erano state teatro delle operazioni belliche e gli ex-territori austriaci che erano adesso sotto il controllo delle truppe italiane erano in uno stato economico, politico e sociale caotico. Le popolazioni che durante • la guerra erano state costrette a scappare vi avevano fatto ritorno, trovando ovunque distruzioni tremende. Ogni commercio con l'Europa centrale era paralizzato. I rapporti tra italiani e slavi, nei territori di popolazioni miste, erano resi piu difficili dal fatto che era ancora in discussione il confine tra l'Italia e la Yugoslavia. In maggio e giugno vi fu un brusco aumento del costo della vita e spe– cialmente nei generi alimentari; di conseguenza saH il numero degli scioperi per ottenere salari piu alti. Il numero degli scioperanti nelle industrie e nel– l'agricoltura, che erano stati 22.280 nel gennaio 1919, 40.103 nel febbraio, 68.820 nel marzo, saH a 87.449 nell'aprile, e 309.026 nel maggio. 5 Negli scio– peri, oltre agli aumenti salariali, si chiedeva che venisse introdotto un nuovo "regime costituzionale del lavoro" invece del tradizionale regime del datore di lavoro " padrone in casa propria. " La resistenza dei datori di lavoro si fece piu salda al momento in cui la pressione delle organizzazioni operaie si intensificò su questo secondo punto. Alcuni di questi scioperi causarono molto fastidio al pubblico; ad esempio lo sciopero dei camerieri di ristoranti, a Roma (5-13 giugno) e a Milano (6-22), che misero a molto dura prova tutti coloro che, non avendo famiglia o essendo in giro per affari, non sapevano dove andare a mangiare. Oltre questi scioperi altri ve ne furono ai quali ricorsero, per gli stessi motivi economici, i dipendenti statali. L'n giugno, 50.000 maestri elementari, organizzati in una associazione nazionale diretta da democratici e da socialisti, si misero in sciopero in tutta Italia; ad essi si unirono, il 14 giugno, anche i maestri cattolici, organizzati 1n una associa– zione separata. Lo sciopero cessò il 20 giugno. Gli scioperi economici di una categoria provocavano gli scioperi di soli- 5 Ammario statistico italiano: 1919-1921, pp. 395, 398. Fu stimato che in media le tariffe delle mercedi dei lavoratori agrari crebbero in complesso dal 1914 alla prima parte del 1919 del 220 %, !11a la spesa settimanale di una famiglia operaia tipica composta di cinque persone, crebbe_ da lire 41,20 nel primo semestre del 1914 a lire r20,05 nel giugno del 1919 (R. BACHI, L_' Italia economica nel 1919, cit., p. 162); in altre parole, il costo della vita, 292 %, fu supe– riore all_'aume~to dei salari. Villari (The Awakening of Italy, cit., p. 50) scrive: " Durante la g~erra I salan era~o as.sa~ .cresciut_i, men~re i pre.zzi erano a1;1mentat_isolo leggermente (sic:_ slightly); fu dopo 1 arm1s tiz10 che 1 prezzi commciarono a salire rapidamente, e sebbene essi tion abbiano mai raggiunto gli aumenti dei salari, i lavoratori si sentivano truffati perché non godevano piu del benessere in cui erano vissuti durante gli anni di guerra. " BiblotecaGinoBianco

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