Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lo sciopero generale dell'aprile 1919 sentimenti socialisti, che aveva rivolto un pubblico manifesto agli altri uffi– ciali in congedo, venne arrestato 24 ; a Lovere (prov. di Bergamo) il segretario della locale sezione socialista, che era soggetto alla disciplina militare, venne arrestato sotto l'accusa di "avere spiegato propaganda incompatibile con la sua qualità di militare esonerato." 25 Ma nessun ufficiale venne mai ripreso o punito per aver partecipato a dimostrazioni "patriottiche" o "antibolsce– viche," e per di piu, il ministro della Guerra non pensava vi fosse alcun motivo di scoraggiare "battaglie decisive" quali quella del 15 aprile. Un'altra caratteristica dei fatti che stiamo considerando, fu anche la par– tecipazione alle dimostrazioni " antibolsceviche " di giovani delle classi medie. Questi giovani erano cresciuti in mezzo ai tragici avvenimenti bellici, e a scuola erano stati nutriti di letteratura patriottica di tipo eroico. La maggior parte di loro era sincera e di sentimenti generosi; non avevano interessi per– sonali da difendere. I comunisti, gli anarchici, e non pochi socialisti ebbero il torto di non comprendere e di non rispettare i sentimenti di questa gio– ventu; insistettero a considerare questi sentimenti con disprezzo, come se sentimento nazionale sincero e brutalità nazionalista fossero la stessa cosa; non era concepibile per essi che potesse esistere un sacrificio onorevole, se questo non era compiuto per il "proletariato"; bollarono come criminali gli eroi della guerra, e lodarono come eroi i disertori; in certe zone, chi aveva fatto con onore il proprio dovere durante la guerra, o era tornato a casa invalido, veniva considerato come una vergogna da tenersi nascosta. Questo atteggiamento fece piu danno ai partiti rivoluzionari di qualsiasi altra cosa. Nazionalisti, fascisti e futuristi approfittarono con grande scaltrezza di que– sto errore: uno dei principali richiami della loro "offensiva antibolscevica" fu proprio la rivendicazione dei diritti e dell'onore degli invalidi e dei deco– rati di guerra, e fu questo richiamo che fece s1 che molti giovani intellet– tuali si raccogliessero intorno a loro. Infine non va sottovalutato il fatto che tra le classi intellettuali si andava lentamente diffondendo un vivo sentimento di invidia e di odio per le classi lavoratrici. Le classi lavoratrici, con gli scioperi, riuscivano ad ottenere au– menti di salari con cui far fronte al crescente costo della vita; ma i. maestri elementari e gli insegnanti delle scuole medie e universitarie, i magistrati, i questurini e tutti gli altri funzionari, militari e civili, che dovevano vivere con un reddito fisso, non avevano nessun mezzo per ristabilire l'equilibrio tra entrate e uscite. Se si fossero messi in sciopero, nessuno avrebbe avuto paura di loro; che forse avrebbe dato noia agli scolari se i loro insegnanti avessero scioperato? D'altra parte il governo rimandava piu che poteva qualsiasi au– mento negli stipendi dei suoi dipendenti, per non aumentare il deficit che era già spaventoso. Cos1 vasti settori delle· classi intellettuali erano scontenti del governo. Ma erano anche invidiosi degli operai; e questa invidia diveniva 24 " Corriere della Sera, " 9 marzo 191 9. 2 ~ " Corriere della Sera, " 2 aprile 1919. BiblotecaGinoBianco 443

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