Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 odio ogni volta che uno sciopero dei trasporti pubblici, o della luce, o dei servizi di distribuzione dei generi alimentari, peggiorava la loro situazione. Proprio nei giorni dei disordini di Roma e di Milano, i giornali con– servatori cominciarono a fare il confronto tra le pietose condizioni econo– miche dei pubblici funzionari e quelle degli operai. Nel numero dell'8 aprile 1919, il Corriere della Sera scriveva: Oggi sono molti gli ingegneri professionisti od anche dirigenti di officine, moltissimi i professionisti, i funzionari pubblici, gli alti magistrati, presidenti di tribunali e di corti, professori ordinari di università, consiglieri di stato, i quali non sanno credere ai loro occhi. Vedono dei capi tecnici chiedere paghe, le quali (...) sono di 1000, 1250, 1625 e 2000 lire al mese (...). Che cosa dovremmo chiedere noi, si domandano tutti quegli alti • magistrati, quei professori universitari, i quali hanno passato nello studio i piu begli anni della vita per giungere si e no verso i 35-40 anni a 600 lire di stipendio al mese ed i piu anziani alle 1000 lire? La mortificazione nei ceti intellettuali è generale. I padri di fami– glia si domandano se essi non hanno torto di far seguire ai loro figli corsi di studio lunghi 12 o 14 anni, dopo le scuole elementari; e se non sarebbe meglio di mandarli senz'altro in una officina. La dottrina marxista dei socialisti tedeschi aveva insegnato che, per un progresso· costaate nella tecnica di produzione, nella società capitalista le ricchezze si sarebbero andate concentrando nelle mani di un numero di per– sone sempre minore, e quindi si sarebbe andati verso una crescente proleta– rizzazione delle classi medie. Quando tale processo, in un grado estremo di perfezione tecnica e di concentrazione delle ricchezze, avesse raggiunto il suo apice, il proletariato, ingrossato di numero dagli elementi decaduti delle classi medie, avrebbe tolto dalle mani dei capitalisti i mezzi di produzione e di distribuzione, e avrebbe fondato una società senza classi basata sulla egua– glianza economica. L'esperienza ci mostra che non esiste uno sviluppo ret– tilineo della società capitalistica verso la concentrazione di ricchezza; la con– centrazio.1;1e di un settore è bilanciata dalla dispersione in altri. L'organizza– zione su larga scala dell'industria automobilistica ha portato alla scomparsa di una quantità di piccoli industriali, ma ha fatto sorgere un numero enorme di piccole imprese per servizi di rimessa e di riparazione, e per provvedere alle necessità degli automobilisti lungo le strade. La proprietà terriera non dà segno di indirizzarsi verso una concentrazione; al contrario c'è una forte tendenza a dividere le grandi tenute in piccole proprietà, ogni volta che sia conveniente un metodo I di coltivazione intensiva. In Europa il dopoguerra ha portato alle classi medie povertà e sofferenze, ma le classi medie, per quanto declassate dalla crisi economica, non intendono identificarsi con il proletariato. All'inizio il fascismo italiano e il nazismo tedesco furono essen– zialmente movimenti composti di elementi impoveriti delle classi medie, de– cisi a non affondare sino al livello del proletariato, e che si dettero a strap– pare dalle mani delle classi inferiori quella parte della ricchezza nazionale che esse avevano vinto. Né in Germania né in Italia i marxisti di stretta osservanza arrivarono mai a rendersi conto della gravità di questo fenomeno e delle sue implica- 444 BiblotecaGino Bianco

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