Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lo sciopero generale dell'aprile 1919 l'effetto desiderato. I lavoratori milanesi avevano continuato lo sciopero anche il giorno 16; a Torino, Bologna e un'altra dozzina di città dell'Italia setten– trionale, erano stati proclamati scioperi di solidarietà; il 17 aprile il sindaco di Milano, un socialista di destra, diffuse un manifesto dove invitava i cit– tadini e i lavoratori "a lavorare ed attendere calmi" in attesa dei "provve– dimenti che il governo avrebbe preso" 14 ; lo stesso giorno, l'esecutivo nazio– nale del partito socialista, che come già sappiamo era composto di massima– listi, invitò tutte le organizzazioni a raccogliere fondi per ricostruire gli uf– fici del loro giornale, e decisero che gli scioperi di protesta dovevano aver fine ovunque. Il 18 aprile il lavoro venne ripreso. Fu raccolta una grossa som– ma, e fu costruito per l'Avanti! uno splendido edificio nuovo. Se un deficiente avventato fosse entrato in una chiesa, si fosse arram– picato su un altare e avesse fatto a pezzi una immagine della Madonna, le donne, di cui aveva offeso i sentimenti religiosi, lo avrebbero ridotto a mal partito; queste donne avrebbero agito all'istante, senza chieder il da farsi al parroco. L'Avanti! era la bandiera e il simbolo del socialismo italiano; deva– starne i locali equivaleva a sfidare in modo brutale la fede, l'orgoglio e le speranze di milioni di uomini e di donne. Se il " proletariato " italiano fosse stato davvero animato da spirito rivoluzionario, avrebbe risposto alla ina– scoltata sfida di Marinetti con una rivoluzione generale immediata, o almeno massacrando gli autori dell'assalto che sfoggiavano vantandosene i loro trofei. Pochi giorni piu tardi, chi scrive cosi commentava questi fatti: , Un movimento rivoluzionario, a tipo piu o meno massimalista, non può riuscire in Italia. L'organo centrale del movimento rivoluzionario, il faro a cui i fedeli guardavano con fervore religioso, l'Avanti/ ha potuto essere saccheggiato brutalmente senza che scop– piasse immediata, spontanea, irrefrenabile, la rivoluzione. 15 Un anno dopo, Mussolini scriveva: Nella giornata del 5 aprile 1919 ( ...) i socialisti massimalisti milanesi rivelarono in piena luce solare la loro anima filistea e pusillanime. Non un gesto di rivincita fu deli– neato o tentato. (...) Né denari per il "baslott" di Bertini, 16 né schede per i quindicimila del pus bastano a cancellare la significazione storica e la portata morale del giorno in cui il fantoccio massimalista, smontato e stroncato, rotolò nelle acque limacciose del vecchio Naviglio. 17 Senza dubbio i massimalisti milanesi, erano filistei, nel senso che non erano dei rivoluzionari sul serio, ed erano pusillanimi, nel senso che non erano dei banditi. La storia vera di quegli anni si può riassumere con le parole di uno studioso inglese: "Vinsero i piu crudeli." 18 Ma di fatto non aveva torto Marinetti, quando piu tardi scnsse: "Milano mutò completa- 14 " Corriere della Sera, " r 7 aprile r 9 r 9. 15 "L'Unità," 26 aprile r9r9. 18 Si allude alla sottoscrizione per la nuova sede dell'Avanti!. 17 " Popolo d'Italia, " 16 aprile 1920. 18 Dalla prefazione a A. Rossr, The Rise of Italian Fascism: 1918-1922 1 London, Metbuen and Co., 1938, p. x. 44 1 I BiblotecaGino-Bianco

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