Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il partito socialista munisti; doveva essere una rivoluzione che la facesse finita con tutte le forme di governo, a cominciare da quella con1unista. Anche gli anarchici persero molto tempo e molte energie accusando i socialisti di destra, i massimalisti e gli spartachisti di "tradire il proletariato": ogni rivoluzionario odiava i rivoluzionari suoi vicini piu del "capitalismo." Tra i diversi gruppi rivoluzionari non ci fu mai nessun accordo per una azione comune; scioperi e disordini non si svilupparono mai secondo un piano congegnato; spesso uno sciopero proclamato da un gruppo non veniva appoggiato dagli altri gruppi; quando scoppiava uho sciopero di una qualche importanza in una i.o.dustria privata o quando i disordini politici si esten– devano in buona parte del paese, i servizi pubblici non scioperavano; quando scioperava un servizio pubblico le industrie private rimanevano tranquille. Lo sciopero dei· servizi postali smise quando cominciò quello dei ferrovieri; scioperavano le città mentre le campagne erano tranquille, e nelle campagne dilagavano gli scioperi quando nelle città era già tornata la calma; nel Mez– zogiorno vi furono pochi scioperi su larga scala, che furono invece cosa quotidiana nell'Italia settentrionale e centrale. Tutti parlavano della rivolu– zione incombente, ma nessuno cercò seriamente di farla. Mussolini aveva buon giuoco, quindi, quando scherniva questi pseudorivoluzionari chiaman– doli dei buoni a nulla. 433 iblotecaGinoBianco

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