Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il partito social.ista que era legato al passato, distrussero ogni traccia del vecchio regime, e sotto lo stimolo delle necessità quotidiane costruirono una nuova macchina militare e amministrativa. Le classi operaie tedesca e italiana e i loro capi appartenevano a un mondo del tutto diverso. Il proletariato tedesco non era la moltitudine di– sperata, che non aveva niente da perdere se non le catene che Marx ed Engels avevano descritto nel Manifesto comunista; godevano di pensioni di vecchiaia, assicurazione contro la disoccupazione e contro le malattie, scuole per i loro figli, una organizzazione sindacale e cooperativistica, e di molti altri vantaggi che avrebbero potuto perdere. I capi di quel proleta– riato - segretari sindacali, deputati, giornalisti, gestori di cooperative - negli ultimi trent'anni, protetti dall'Impero bismarckiano, avevano raggiun– to una posizione agiata. Nel gennaio 1919 il "proletariato" tedesco lasciò che Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht venissero brutalmente assassinati dagli ufficiali dell'esercito regolare, e votò per il partito di Ebert e Noske, i quali erano strettamente legati con i capi dell'esercito regolare. Fondamentalmente la situazione in Italia era· 1a stessa. I molti scioperi, spesso capricciosi, che avvennero in quegli anni, sono prova di irrequie– tudine e non di sentimenti rivoluzionari. Astenersi dal lavoro o indulgere in scioperi senza preavviso, e andare a divertirsi in campagna con la moglie sottobraccio e ~l figliolo per mano, è cosa assai diversa da quel sentimento d'ira, odio e ferma decisione di combattere, che fa una rivoluzione. Tra i socialisti italiani, coloro che appartenevano a quella che abbiamo chiamato l'ala destra del partito e che consideravano Filippo Turati loro leader, non considerarono mai possibile una rivoluzione comunista e non dettero mai per essa la loro opera; anche costoro fecero un certo sfoggio dì slogans rivoluzionari, perché fac~vano parte del rituale marxista; ma la loro rivoluzione significava soltanto quel rinnovamento radicale della struttura politica e sociale, che è il risultato dello sviluppo dei mezzi di produzione. La loro rivoluzione era una specie di fenomeno naturale, come la rivolu– zione della terra intorno al sole, alla quale la razza umana si deve adattare per le semine e per i raccolti. Il compito rivoluzionario dei socialisti era di educare e organizzare il proletariato, e prepararlo ad assumere il potere politico quando lo sviluppo fosse arrivato al suo stadio finale; ma lo stadio finale non era mai a portata di mano; la rivoluzione avvenuta in Russia non corrispondeva affatto al modello di rivoluzione marxista che avevano sempre immaginato; in fondo ai loro cuori, avrebbero desiderato una poli– tica di compromesso e di cooperazione con quei gruppi non socialisti di tendenze democratiche, per rendere possibili delle riforme politiche e otte– nere gradualmente il controllo dell'ammin'istrazione centrale e di quelle locali attraverso la via normale delle elezioni democratiche, per trasformare, non appena ciò fosse possibile, la democrazia politica in una democrazia economica. È impossibile dire come sarebbero andate le cose se avessero preso una BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=