Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il partito socialista stato necessario vietare l'esportazione di patate, noci, frutta, verdure, con– serva di pomodoro, aranci e limoni. Sarebbe anche stato necessario fare a meno di 8,5 milioni di tonnellate di carne, grassi e pesce che venivano importati dall'estero. Il popolo italiano avrebbe risolto questo problema con– sumando le riserve di bestiame esistenti in Italia. 3 bis Sarebbe inutile se– guire lo scrittore in tutti i suoi calcoli; basti osservare che i due milioni di tonnellate di carbone che avrebbero dovuto esistere nei magazzini non esi– stevano affatto; che di regola la lignit~ italiana. ha il 75% di acqua; che le centrali idroelettriche esistenti nel 1920 erano sfruttate al massimo della loro capacità, e che per far sf che esse producessero maggiore energia sa– rebbe stato necessario importare macchinari dall'estero, e che nuovi impianti non potevano venir creati da un giorno all'altro; che anche distruggendo tutti gli alberi esistenti in Italia, il carbone di legna sarebbe stato inutile per molte industrie, a cominciare da quella del ferro; che 1,5 milioni di tonnellate di aranci, limoni e conserva di pomodoro non avrebbero avuto lo stesso potere nutritivo di 1,5 milioni di tonnellate di grano; che le riserve italiane di bestiame erano state durante la guerra gravemente colpite, e nel 1920 cominciavano appena a ritornare al livello normale, e se si fossero usate come cibo, l'industria agricola non avrebbe potuto produrre latte, formag– gio, vegetali, salsa di pomodoro, patate, e tutti quegli altri prodotti che avrebbero dovuto sostituire il grano estero, e in piu non si sarebbe prodotto neppure il grano nostro. Il quadro che stiamo discutendo, nella sua can– dida innocenza, ci porta un'eco delle discussioni che ebbero luogo tra i lavoratori, su un argomento che tutti sentivano come il problema principale della vita italiana in pace e in guerra, in tempi di rivoluzione e in tempi normali. Nell'autunno del 1920 l'ansietà per il pericolo di un blocco contro l'Ita– lia nell'eventualità di una rivoluzione sociale divenne tanto diffusa che Le– nin sentf il bisogno di entrare nella discussione. Egli ammise che " il blocco dell'Italia da parte dell'Inghilterra, della Francia, dell'America in caso di vittoria del proletariato è possibile e probabile"; il problema era "gravis– simo." La Russia aveva potuto resistere al blocco grazie alla vastità del suo territorio e alla scarsità di popolazione; in Italia le condizioni erano del tutto diverse; perçiò la rivoluzione italiana "non potrebbe resistere a lungo se non fosse coordinata a quella di un altro paese dell'Europa centrale"; "questa coordinazione è difficile," ma poiché tutta l'Europa continentale attraversa un periodo rivoluzionario, "non impossibile." 4 "Una certa coor~ dinazione - quantunque ancora insufficiente, quantunque incompleta - è assicurata all'Italia, e si dovrà lottare per una coordinazione completa." 5 8 ••• EPIFANE, Fattori economici pel successo della rivoluzione sociale, Milano, Libreria della Società Editrice " Umanità Nova, " 1920, p. 32. 4 LENIN, Sul movimento operaio italiano, trad. ital. di F. Platone, Roma, Rinascita, 1949, p. 1 57- . 6 Ibidem. ibloteca Gino Bianco

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