Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 la prima. (...) Ecco perché praticamente conviene procedere coi piedi di piombo in materia dove l'autorità religiosa può, deve forse, dire la sua parola. Sotto questo riguardo l'acon– fessionalismo del partito popolare dev'essere preso cum grano salis. (...) Il partito popolare è un fatto inconcepibile senza la volontà permissiva della Santa Sede. 20 In altre parole, il partito rimaneva autonomo finché non faceva niente che fosse sgradito alle autorità ecclesiastÌche, ma il giorno in cui queste di– chiaravano che non potevano piu approvare il suo operato, il partito si sa– rebbe trovato ad un bivio: o rinunciare alla propria autonomia e obbedire alle autorità ecclesiastiche, o affermare la propria autonomia e affrontare una condanna da parte delle autorità ecclesiastiche. Don Sturzo era convinto che in un regime di libertà per tutti, la Chiesa cattolica, non piu protetta ma neppure screditata da privilegi legali, fidando sul vigore delle proprie idee e contando soltanto sulla forza di persuasione e di esempio, avrebbe conquistato lo spirito del popolo italiano. Quando venne la cattiva sorte, Don Sturzo dette prova della sua sincerità. Ma nel • 1919 una prova del genere non era ancora stata offerta, e era legittimo chie– dersi se la sua fede nella democrazia e nella " libertà per tutti " non fosse destinata a scomparire non appena la situazione politica fosse mutata. Molti altri preti cattolici che, dopo la guerra 1914-18, furono in altri paesi europei leaders dei movimenti democratici cristiani (Seipel in Austria, Goos in Ger– mania, Korosech in Yugoslavia, Tiso in Slovacchia) dovevano rivelarsi piu tardi degli amici infedeli o dei veri traditori della democrazia. Anche in Italia, non appena cambiò il vento, si vide quanto fosse 'vacillante la fede democratica di molti leaders del partito popolare, che passarono armi e bagagli al partito fascista. Anche coloro che credevano alla integrità morale di Don Sturzo dovevano tener presente che Don Sturzo poteva scomparire, ma che dietro a lui e al suo partito restava in piedi tutta l'organizzazione della Chiesa cattolica, pronta a tornare all'assalto con le sue tradizioni dot– trinarie del tutto intatte. Perciò, i partiti che rimanevano fedeli alla tradizione anticlericale del Risorgimento italiano non avevano torto se rifiutavano di entrare in relazioni di buon vicinato con il nuovo partito. Certamente ci fu in essi qualcosa di piu che una calma visione dei pericoli reali; ci fu anche un odio irragio– nevole. Ma il partito popolare sollevava un sospetto insuperabile anche tra coloro che consideravano sorpassato l'odio anticlericale, e avrebbero accolto con favore un movimento democratico non piu legato alla meschina e set– taria mentalità anticattolica. 20 E. VERCESI, Il movimento cattolico in Italia, cit., pp. 183, 185, 290-91. BiblotecaGino Bianco

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