Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il partito popolare stato, decisero di negoziare un accordo con il governo italiano. Le trattative furono aperte nella primavera del 1919. Il papa si sarebbe contentato del solo riconoscimento esplicito della sua sovranità sul Vaticano 15 ; dato che il governo italiano non aveva mai pensato di avere una qualche autorità sul Vaticano, Orlando accettò la richiesta del papa. Le trattative, interrotte nel giugno del 1919 dalla caduta del gàbinetto Orlando, furono riprese dal gabi– netto che gli succedette. La strada per una definizione finale della questione era cosf aperta. Tuttavia le trattative rimasero assolutamente segrete; esse fu– rono rese note solamente nel 1929. Nel 1919, sebbene avesse perduto com– pletamente ogni tensione, la questione romana era sempre aperta. Certamente i leaders del partito popolare piu di ogni altro desideravano che tra la Santa Sede e il governo italiano fosse raggiunta la pace; ma essi non sapevano che il papa era pronto a rinunciare in modo esplicito alla sua sovranità sopra i suoi vecchi territori, eccettuata l'area del Vaticano; anche se lo avessero saputo, non sarebbero stati autorizzati a rivelare la esistenza - delle trattative, che dovevano rimanere segrete. D'altra parte, se avessero posto sulla loro bandiera la questione romana senza proporre per essa una solu– zione definitiva, avrebbero sollevato il sospetto che il Vaticano si stesse pre– parando, per riportare di nuovo a galla tutte le sue tradizionali pretese. Ne sarebbero derivate delle reazioni violente, nella tumultuosa atmosfera del dopoguerra, non solo da parte dei partiti anticlericali, ma anche di quei "liberali" che avevano sempre sostenuto una intesa con i cattolici. I leaders del partito popolare risolsero il problema ignorandolo; si· limi– tarono a chiedere che le relazioni tra Stato e Chiesa fossero riesaminate, e meglio garantita la libertà della Chiesa nell'esercizio della_sua missione spi– rituale in tutto il mondo: parole che dicono tutto e non dicono niente. La Civiltà Cattolica, rivista ufficiale del Vaticano, nel suo numero del 15 ~eb– braio 1919, lamentava che nel programma del nuovo partito "non vi è cenno esplicito (...) della piena libertà, sovranità e indipendenza del Papa, nel suo altissimo ministero." Gli autori di un opuscolo pubblicato poche settimane dopo scrivevano: V'è una grave lacuna (nel programma del P.P.I.). Manca in esso un accenno espli– cito della piena libertà, sovranità ed indipendenza del Papa nel suo altissimo ministero. Manca una coraggiosa e doverosa affermazione della necessità di risolvere la questione romana. (...) Come cattolici noi non possiamo prescindere dal Papa né ignorare la sua condizio.ne attuale. Ed un partito che si ispira ai principi cristiani non può trascurare il fatto doloroso che oggi l'indipendenza e la libertà spirituale del Pontefice non è a suffi– cienza guarentita. (...) In nome stesso délla grandezza d'Italia il Partito nostro deve ten– dere alla soluzione della questione romana. 16 15 Monsignor A. Cerretti (piu tardi cardinale), e il presidente del Consiglio Orlando, iniziatori dei negoziati, hanno pubblicato i documenti dei loro scambi di opinione. Il diario di CERRETTI venne pubblicato nella rivista cattolica "Vita e pensiero," giugno-luglio 1929, pp. 411 sgg.; e la versione di Orlando in V. E. QRLANDO, Su alcun-i miei rapporti di governo con la Santa Sede, Napoli, Casa Editrice Sal;>ina, 1930, pp. 71 sgg . . 18 GEMELLI e OLGIATI, li programma del P.P.I. come non è e come dO'Vrebbeessere, Milano, "Vita e pensiero," 1919, pp. 59-60. · BiblotecaGinoBia·nco

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