Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 dei paesi cattolici era proibito di recarsi a Roma ufficialmente per render visita alla corte italiana. Fuori d'Italia, i cattolici conducevano una sistema– tica campagna di propaganda contro l'Italia, usurpatrice dei diritti della Santa Sede. Sino a che in qualche modo non fosse stato restaurato il potere temporale del papa, l'Italia doveva essere considerata una potenza illegittima, senza uno stato legale nella comunità internazionale. Con questi sistemi il Vaticano mirava a mantenere viva la questione romana. Malgrado tutte queste difficoltà, l'Italia riusd a vivere e a rafforzarsi. D'altra parte, tutti i governi italiani, indipendentemente dal partito al potere, ebbero cura di rispettare scrupolosamente la libertà del papa come capo della Chiesa; nessun vescovo fuori d'Italia poté mai lamentare che il governo ita– liano avesse ostacolato le sue comunicazioni col papa; nessun ambasciatore dei governi stranieri presso la Santa Sede poté mai asserire che le sue rela– zioni col papa erano state ostacolate, o le sue immunità diplomatiche violate dal governo italiano. Poco a poco divenne chiaro che la condizione del papa era piu comoda dopo il 1870 di quanto non lo fosse prima. Il papa non aveva piu la responsabilità di governo su un territorio popolato da sudditi, una parte dei quali non intendeva assolutamente obbedirgli; d'altra parte egli godeva di fatto di una completa libertà, anche se questa non· era garantita da una sovranità territoriale. E mentre era immune da tutte le responsabilità che gravano le spalle dei governi civili e godeva veramente di una libertà completa, poteva al tempo stesso lamentarsi, adducendo che la sua libertà es– senziale non era garantita, poteva presentarsi al mondo con l'alone romantico di un prigioniero, che era stato vittima di un atto di violenza ma non si inchinava alla violenza, e al contrario continuava a levare proteste per il rispetto dei suoi diritti. Il papa non avrebbe potuto trovare per la questione romana soluzione piu comoda della situazione in cui si trovava. Tali circostanze spiegano perché Pio X (1903-1914), il successore di Leone XIII, cominciò lentamente ad abbandonare la posizione di protesta intransigente che per trent'anni era stata mantenuta da Pio IX e da Leone XIII. Nel 1904, sotto forma di eccezione, permise che i cattolici italiani parteci– passero in alcuni collegi elettorali alle elezioni generali. Nel 1909 e nel 1913 le eccezioni si moltiplicarono; i cattolici furono eletti deputati e giurarono fedeltà allo Statuto. Allo scoppio della guerra mondiale gli imperi centrali, da· una parte, e le potenze dell'Intesa, dall'altra, erano desiderosi che l'Italia fosse loro alleata. Da nessuna delle due parti i cattolici si fecero scrupolo di prendere in considerazione per il loro tornaconto la carne da cannone italiana, anche se questa non aveva la benedizione papale. L'Italia si un1 al– l'Intesa. Di conseguenza i cattolici tedeschi ed austriaci cominciarono a mo– strare molto interesse per la questione romana. I cattolici francesi ed inglesi trovarono piu opportuno ignorarla. Dato che la Germania e l'Austria persero la guerra, durante i, negoziati di pace nessuno sollevò la questione romana. Perdute tutte le speranze di mantenere viva la questione romana sia in Italia che all'estero, Benedetto XV e il cardinal Gasparri, suo segretario di BiblotecaGino Bianco

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