Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il partito popolare talità e i loro bisogni, e se è un uomo buono ed attivo nel campo dei servizi sociali, può facilmente diventare il leader della comunità rurale oltre che il ministro dei sacramenti. Nel Mezzogiorno le condizioni sono del tutto di– verse; qui generalmente i contadini vivono in paesi discretamente grandi; i braccianti escono dal paese al mattino per recarsi a lavorare nei campi, e fanno ritorno alla sera, o alla fine della settimana, o dopo diverse settimane di assenza. Il parroco non può raggiungere su di essi quel controllo che viene da un contatto personale continuo; egli non è in grado di conoscere uno per uno piu di una modesta parte della sua sovrappopolata parrocchia. Inoltre il clero del, Mezzogiorno è meno educato, meno austero e piu preoccupato degli interessi propri e di quelli della propria famiglia del clero del Nord. Anche in questo campo si dimostra l'arretratezza del Mezzogiorno. Di con– seguenza, cosf come nei grossi centri urbani di tutta Italia, il Mezzogiorno era un terreno sterile per il clero cattolico, a parte i casi di alcuni preti di eccezionale intelligenza .e forza morale che qua e là svolgevano tra il popolo una funzione di leaders sociali. In tali condizioni il partito popolare non raccolse mai sotto le sue ban– diere piu di un quinto della popolazione politicamente attiva. Avrebbe dovuto allearsi con altri partiti per svolgere il suo programma, o alcuni punti del suo programma., Qui le difficoltà serie gli venivano dall'interno e dall'ester– no. La massa dei suoi seguaci era formata prevalentemente da quella classe che in Italia si dice "popolo minuto," e che nella sua maggioranza era nata e cresciuta democratica. Il segretario nazionale del partito, un prete siciliano, Don Luigi Sturzo, condivideva sinceramente i sentimenti dei suoi seguaci e godeva tra loro di grande prestigio. Ma il partito era appesantito anche da ·tutti quei conservatori che nel periodo prebellico avevano controllato il mo- vimento politico cattolico. Questi formavano soltanto una piccola minoranza a confronto con il "popolo minuto" e con il basso clero; ma essi godevano della fiducia della maggioranza di cardinali, vescovi e alti funzionari del Vaticano. Erano aristocratici, grossi proprietari terrieri e altri personaggi so– lenni, ben noti per le cariche pubbliche che una volta avevano ricoperto. Essi potevano sostenere le spese delle campagne elettorali, avevano tempo da dedicare alla politica, conoscevano tutte le strade e tutti i mezzi attraverso i quali un uomo politico al momento buono compare nella posizione strate– gica, ogni volta che si deve scegliere un candidato per la Camera, un ente locale, o l'esecutivo nazionale del partito. Amministravano le banche legate al partito, e attraverso di esse controllavano molte società cooperative. La piu importante di queste banche e la piu corrotta era il Banco di Roma, che foraggiava i due piu importanti giornali del partito: il Corriere d'Italia di Roma, e l'Avvenire d'Italia di Bologna. Nei circoli non-cattolici si diceva che il partit(? popolare era nato portandosi addosso il cancro del Banco di Roma. Anche gli altri quotidiani, il Momento di Torino, l'Italia di Milano, e il Messaggero Toscano di Pisa, erano tenuti in vita dai conservatori cattolici a spese delle banche locali. Come un deputato cattolico ebbe a dire piu tardi, 411 .. Bibloteèa Gino Bianco

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