Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harva,·d: L'Italia dal 1919 al 1929 " sotto la bandiera del partito popolare italiano non c'era un partito solo, ma due: due partiti cattolici che, in un memorabile momento storico, si fusero." 13 Questa duplice natura del partito fu una causa permanente di conflitto in– terno e, in ultima analisi, di azione incerta e inefficace. Il partito· era una macchina in cui un gran numero di piccoli ingranaggi giravano in una direzione, mentre alcuni grossi ingranaggi giravano nella direzione opposta, disturbando o paralizzando del tutto il lavoro dei piccoli. Il partito non riusd mai a scendere dalle nuvole di astrazioni filosofiche e morali alla terra ferma di un programma definito di ampie riforme che costringesse gli altri partiti a prendere posizione e a combattere pro o contro. Posto che il partito doveva allearsi con altri partiti se voleva svolgere un'opera efficiente, l'ala conservatrice del partito era pronta a venire a patti con la destra della coalizione parlamentare giolittiana, continuando la poli– tica cattolica di prima della guerra. Nel maggio del 1919 un congresso cat– tolico che si tenne nel Mezzogiorno, e al quale parteciparono tre arcivescovi e quattordici vescovi, chiese che alle prossime elezioni generali i cattolici non mettessero avanti dei candidati propri, ma sostenessero i gruppi "na– zionali," cioè i conservatori e i nazionalisti. 14 Se i leaders del partito aves– sero seguito questa strada, avrebbero perduto il loro esercito. La vecchia coa~ lizione giolittiana era screditata e impopolare. Il nuovo partito era sorto pro– prio perché era diventato necessario rompere con la tattica delle vecchie or– ganizzazioni cattoliche. Rimanevano i partiti che erano, o dichiaravano di essere, democratici: la sinistra della coalizione giolittiana-, i socialisti riformisti, i repubblicani, i socialisti ufficiali. Qui sorgevano difficoltà insormontabili. In Italia l'unità nazionale e le libere istituzioni erano state create e man– tenute durante tutto il diciannovesimo secolo attraverso una dura lotta con il Vaticano, l'alto clero, e quella parte del basso clero e della popolazione che formavano il partito " clericale, " un partito non solo conservatore, ma asso– lutamente reazionario. Nell'ultimo decennio del diciannovesimo secolo, sotto il pontificato di Leone XIII, c'era stato un promettente inizio di " democra– zia cristiana"; ma Pio X, al principio del secolo, aveva soffocato il movi– mento e aggregato le organizzazioni cattoliche ai gruppi conservatori in tutte le elezioni sia nazionali che locali. Perciò, le correnti anticlericali che risalivano all'epoca del Risorgimento erano sempre vive ed attive all'interno dei partiti democratici, e spesso prendevano la forma di un odio cieco e set– tario. Per quanto il partito popolare insistesse nel chiamarsi democratico, non poteva far sf che il popolo dimenticasse il recente passato del movimento cattolico, dato specialmente che molti dei suoi vecchi leaders erano bene in vista nelle posizioni strategiche del nuovo partito. 412 C'era anche un'altra ragione che rendeva difficile, per non dire impos- 18 " Corriere della Sera, " 28 luglio 1928. Cit. trad. 14 " Corriere della Sera, " 12 maggio 1 9 r 9. BiblotecaGino Bianco

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