Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'lta/,ia dal 1919 al 1929 cooperative si raccolsero in tre diverse federazioni nazionali, la prima dei consumatori, la seconda dei produttori; e la terza delle banche. La confe– derazione e le tre federazioni si allearono al partito popolare. Rimanevano fuori del partito popolare alcune organizzazioni minori del periodo prebel– lico, come la " Società della gioventu cattolica italiana, " la " Unione delle donne cattoliche italiane," che erano sotto il controllo di una "Giunta cen– trale dell'Azione cattolica" e in conclusione del Vaticano.1 In tal modo venne chiaramente posta in luce la differenza tra le organizzazioni legate al par– tito popolare e autonome nei confronti delle autorità ecclesiastiche, e le orga– nizzazioni cattoliche dipendenti dalle autorità ecclesiastiche. Il partito popolare condannava l'imperialismo e sosteneva la Società delle Nazioni, il disarmo, l'abolizione del segreto dei trattati; in politica interna voleva il suffragio universale anche per le donne, la proporzionale, una le– gislazione sociale che avesse come scopo l'ammissione dei lavoratori al pos- · sesso dei mezzi di produzione e l'aumento del numero di piccoli proprietari, una lotta piu attiva contro l'analfabetismo, e libertà per individui, associa– zioni e enti locali dalla burocrazia statale oppressiva e centralizzata. A coloro che condannavano la guerra e i responsabili di essa, questi cattolici che erano stati contrari all'intervento dell'Italia in guerra ricordavano il proprio pas– sato e salutavano Papa Benedetto XV, che nel 1917 aveva inutilmente cer– cato di fermare la "inutile strage" (secondo le parole usate dal papa in persona); a coloro che erano stati favorevoli alla guerra ed erano fieri della vittoria, i cappellani militari e i giovani reduci mostravano le loro medaglie al valore e le loro ferite e mutilazioni; a quanti non volevano ritrovarsi ad un'altra guerra, il programma del nuovo partito prometteva una politica di pace sotto le ali della Società delle Nazioni. Ciò tuttavia non vietava ai cattolici di tendenza nazionalista di chiedere la Dalmazia, l'Asia Minore, l'Etiopia e quanto piu si potesse. Molti organizzatori provenivano dal clero secolare e regolare, insieme a giovani che da poco avevan lasciato l'esercito. Nel marzo del 1919 a Napoli, 350 tra canonici, parroci e preti tennero una riunione in cui decisero di iscriversi in massa al partito popolare. 2 La stessa cosa accadde un po' dovunque. Ma dato che il partito non era cattolico e neppure religioso, tutti i non-cattolici che accettavano i saldi principi del cri– stianesimo potevano entrarvi. Vi furono degli ebrei che ne chiesero l'iscri– zione e che candidamente cercarono di esserne candidati nelle elezioni generali. Il nuovo partito fece fortuna con una sorprendente rapidità. Nel 1914 in Italia i cattolici controllavano coi loro sindacati non piu di 42.000 lavoratori nelle industrie e 65.000 nell'agricoltura. 3 Alla fine di ottobre del 1918, gli iscritti ai sindacati cattolici erano 162.000; nel marzo 1919, la Confederazione italiana dei lavoratori contava 200.000 iscritti 4; nell'autunno del 1920 gli 1 E. VERCESI, Il movimento cattolico in Italia, Firenze, La Voce, 1913, p. 253. 2 " Corriere della Sera, " 1 aprile 1919. 3 E. VERCESI, Il movimento cattolico in ltatia, cit., p. 252. 4 " Corriere della Sera, " 1 s marzo 191 9. BiblotecaGino Bianco

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