Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 spiccava il Corriere della Sera, sostenevano Bissolati. Persino due di quegli uomini politici -che erano sempre stati considerati come amici intimi di Bisso– lati e che, insieme con lui, avevano partecipato al gabinetto Orlando, lo abbandonarono e restarono nel gabinetto. Bissolati rimase solo con un pugno di amici. I nazionalisti li odiavano perché essi si opponevano all'annessione della Dalmazia; i socialisti e i neutralisti li odiavano perché essi erano stati favorevoli all'entrata dell'Italia in guerra. Nessuno dava ascolto alle loro ragio– ni. Adesso Orlando e Sonnino potevano andare alla Conferenza della Pace con pieni poteri per insistere nella loro richiesta del Patto di Londra piu Fiume. Dopo il suo trionfo su Bissolati nel gennaio 1919, Mussolini nel marzo si mise a capo del "Fascio di combattimento" fondato _a Milano. La parola "fascio" significa "insieme di bastoni"; nell'Italia prefascista essa veniva adoperata -per ogni tipo di gruppo o associazione politica. Nel marzo del r919 i fascisti di Mussolini non erano piu di un centinaio. Nei primi tempi del movimento la parola fascio fu associata solo con l'idea di "insieme" e non con quella di "fasces" dei littori romani; tuttavia n10lto presto la parola " fasci " suggerf il trucco di adottare i " fasces " romani come simboli del movimento fasci.sta. Il programma dei primi gruppi fascisti conteneva i seguenti punti: proclamazione della repubblica; suffragio universale per i due sessi; decen– tralizzazione del potere esecutivo; abolizione del Senato e della polizia poli– tica; abolizione di tutti i titoli nobiliari; abolizione del servizio militare ob– bligatorio e della diplomazia segreta; sequestro dei beni delle mense vesco– vili; scioglimento delle società per azioni e soppressione delle banche e del mercato azionario; censimento della ricchezza personale e confisca dei capi– tali improduttivi; la terra a cooperative contadine; la gestione delle industrie e dei servizi pubblici a sindacati di tecnici e di lavoratori. "Tutti i luoghi comuni del dopo guerra, tutte le aspirazioni piu estremiste ed assurde di quel periodo di sovraeccitazione morbosa vennero accolti tra i postulati del • ,, 9 nascente partito. Il motto di Mussolini era: combattere per i frutti rivoluzionari di una guerra rivoluzionaria. Una volta per tutte l'ora della rivoluzione sociale è arrivata. Se adesso la rivoluzione soçiale è diventata possibile, ciò non si deve ai socialisti, rivoluzionari soltanto a parole, ma a noi, rivoluzionari veri, che abbiamo dato la nostra opera a favore della guerra, spianando in tal modo la via alla rivoluzione. 10 Era contro i socialisti non perché questi fossero rivoluzionari, ma perché si rivelavano incapaci e non disposti a fare una rivoluzione sociale. Attri– buiva ai socialisti il titolo di "bolscevichi " e si diceva un "antibolscevico, " ma non dette mai la cooperazione né ai moderati contro i socialisti estremisti, né ai partiti conservatori contro i socialisti. Rimase solo nell'atteggiamento 9 C. AvARNA DI GuALTIERI, Il Fascismo, Torino, Gobetti, 1925, p. 17. 1 ° Cit. trad. BiblotecaGino Bianco

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