Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 queste riforme rivoluzionarie non lo avevano mai lasciato capire e forse non lo sapevano neppure loro. Dopo aver fatto i loro discorsi "rivoluzionari," furono svelti a scordarseli. Le sole riforme di cui ebbero conoscenza i soldati che venivano smobilitati furono un taglio di stoffa con cui farsi una volta a casa un abito civile, un buono di 250 lire, e niente altro. Ma i soldati non dimenticavano: i "signori," dicevano, hanno ottenuto la sostanza dei profitti di guerra, e ai soldati soltanto l'ombra di vuote promesse. Nel 1919 in Italia c'erano tutte le condizioni per una riforma completa della struttura sociale ed economica, verso quella che oggi viene definita de– mocrazia economica. I tre anni e mezzo di guerra avevano creato nel popolo italiano una mentalità nuova, che neppure mezzo secolo di propaganda socia– lista sarebbe stato capace di creare: una viva intolleranza delle condizioni attuali, l'aspettativa certa di grandi cambiamenti e un desiderio bruciante di avere parte attiva nella costruzione di un mondo migliore. L'idea che il pas– sato era morto e che non sarebbe risorto era accettata anche dai conservatori. Uomini come Salandra e Orlando si sentivano incapaci di arginare la corrente. Le riforme politiche e sociali si presentavano a portata di mano per chiunque avesse vol_utofarle proprie. Sarebbe stato possibile applicarle nei confronti di quelle industrie che durante la guerra si erano largamente ampliate ottenen– do profitti eccessivi e spesso disonesti, e adesso avevano bisogno dell'aiuto del governo per sopravvivere alla crisi di trapasso dalla guerra alla pace. Sarebbe stato possibile trasferire il possesso della terra da quei proprietari assenti a quegli affittuari o mezzadri che la coltivavano con il loro lavoro e con quello delle loro famiglie. Sarebbe stato possibile disporre un gigantesco piano di opere pubbliche per riparare le distruzioni della guerra, riorganizzare le fer– rovie, modernizzare le strade di grande comunicazione, riprendere ed allar– gare le opere di bonifica e mettere in atto un programma di costruzioni edi– lizie nei quartieri piu miseri delle grandi città. Sarebbe stato possibile attuare le otto ore di lavoro, le pensioni per limite di età, l'assicurazione contro la disoccupazione e le malattie. Sarebbe stato possibile organizzare una lotta piu intensa contro l'analfabetismo nel Mezzogiorno e applicare ovunque un nuovo sistema di istruzione per i figli dei lavoratori. Sarebbe stato possibile mettere in pratica una politica estera basata sul buon senso, che, messi da parte i sogni di Orlando, di Sonnino e dei nazionalisti, appoggiasse con sin– cerità il presidente Wilson contro le manovre di Lloyd George e Clemenceau alla Conferenza della Pace, rendendo in tal m9do possibile una riduzione ra– dicale delle spese militari in un mondo pacificato. Qualsiasi partito o coali– zione di partiti che avesse adottato un simile programma non avrebbe tro– vato resistenza nel corso del suo cammino. L'Italia era nata tra il 1859 e il 1870 sotto un regime oligarchico. Nel 1882 era passata a un regime elettorale in cui prevalevano le classi medie e la parte piu bassa delle classi medie. Nel 1912 le era stato fatto dono di un regi– me in cui, graz_ieal suffragio quasi universale, legalmente predominavano le classi lavoratrici. Nel 1919 il diritto di voto divenne universale senza limite 394 BiblotecaGino Bianco

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