Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il colpo di stato del maggio r915 questo. Se Mussolini fosse stato interventista sin dal princ1p10, o se fosse diventato inter– ventista piu tardi senza calcolo personale, noi non lo qualificheremmo colpevole per aver accettato in seguito quel denaro. Quando uno segue la strada che la sua coscienza gli detta, può anche accettare un aiuto offertogli e che lo aiuti a perseguire e a raggiungere il suo scopo. La profonda, radicale e imperdonabile immoralità di Mussolini consiste nel fatto che egli deviò dalla sua strada incamminandosi nel senso opposto per ottenere un vantaggio personale. 7 De Ambris si basa sulla versione di Rocca. Poiché la testimonianza di Rocca non può essere accettata, anche le affermazioni di De Ambris diventano prive di autorità. 5) Nel 1938, un altro profugo antifascista, Roberto Marvasi, raccontò 8 che nel marzo del 1915 due amici e collaboratori di Mussolini, uno dei quali era Alceste De Ambris, si recarono a Parigi. Luigi Campolonghi, un giornalista italiano in stretto contatto con gli ambienti francesi e che conosceva molti retroscena, confidò loro che due fra i capi del movimento italiano in favore dell'intervento contro le potenze centrali erano pagati dal governo francese. In una conversazione con le due persone in questione, De Ambris poté accertare che la cosa era vera. De Ambris, Campolonghi e il terzo amico decisero di pre– sentare una protesta al ministro Guèsde. Guèsde ascoltò la protesta, dopo di che chiamò il suo capo di gabinetto, Dumas, si fece portare un pacco di biglietti da mille, e lo conse– gnò a De Ambris perché lo portasse a Mussolini: "Questa - disse - è una rimessa per– sonale da parte dei compagni francesi. Non è il caso di preoccuparsene. " Il denaro non · venne rifiutato. Leggendo questo resoconto, chi scrive mandò una lettera a Campolonghi, p~r chie– dere se potesse o no dare una conferma. Campolonghi rispose in data 8 agosto 1938, che "l'episodio riferito da Marvasi era vero. " L'altro amico di Mussolini che si era recato a Parigi dall'Italia era un repubblicano, Dino Roberto. De Ambris e Roberto furono colti talmente di sorpresa che non ebbero il tempo di rifiutare l'incarico proposto da Guèsde. Forse, avendo scoperto l'origine dei fondi che ali– mentavano il Popolo d'Italia, non avrebbero dovuto piu collaborare a quel giornale. Io non lo feci, e mi rifiutai fermamente di pubblicarvi anche una sola riga.8 •ts Nella sua lettera Campolonghi non aggiunse, forse perché è cosa ovvia, che il fatto fu tenuto segreto per· non provocare uno scandalo che avrebbe screditato il movimento interventista. Nel 1938, Roberto era stato mandato al confino in un'isola, e De Ambris era morto. Quindi non c'era modo di controllare con la loro testimonianza il resoconto di Marvasi e di Campolonghi. Non c'è nessuna ragione di sospettare che Campolonghi o Marvasi si siano inventati i fatti; tuttavia essi furono resi noti da Marvasi solo dopo la morte di De Ambris. Sarebbe quindi prudente non tenere in troppo conto questa fonte, se non altro per il fatto che dopo tanti anni è probabile che alcuni particolari siano stati falsati e non siano sicuri. In conclusione, il silenzio di Mussolini nel 1919, la dichiarazione di Luchaire nel 1922, il silenzio di Cachin nel 1926 e nel 1928, la mezza ammissione del fratello di Mus– solini nella Pseudo-Antobiography, forniscono motivi sicuri per confermare le affermazioni di Torrès, Renaudel e Faure. La signora Sarfatti, scrivendo Dux, sapeva che Mussolini era sospettato di avere rice– vuto " oro francese. " Ma essa allontanò ogni sospetto con la motivazione che il giornale fu fondato grazie ad un accordo di pubblicità, e quattromila lire a prestito su cambiale, e che la redazione· del giornale consisteva in due bugigattoli con quattro sedie. Su tali basi essa, nel 1914, si era formata la sua "convinzione sicura c9me un istinto. " 9 La Sarfatti non si rende conto che quattromila lire non sarebbero bastate neppure a pagare la carta necessaria per il primo numero del giornale, che nessuna agenzia di pubblicità avrebbe ri- 1 A. DE AMBRIS, Mussolini: la leggenda e l'uomo, cit., p. 26 (cit. trad.). 8 Quartetto. Le Roi, Mussolini, le Pape, D'Annunzio, Salon, Imprimerie nouvelle, p. 1 5. 8 ~ 11 Cit. trad. · 11 M. SARFATTI, op. c-it., p. 163. Bibloteca Gino Bianco

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