Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 memoria da parte di Faure è del tutto possibile, mentre le affermazioni di Mattre Torrès si basavano su documenti. In ogni modo, Cachin mantenne un ostinato silenzio. A differenza di Luchaire, Torrès, Renaudel e Faure non erano testimoni di pnma mano. Essi appartenevano a gruppi francesi antifascisti di sinistra, e ripetevano ciò che si diceva tra gli uomini politici francesi. Se non esistesse l'affermazione di Luchaire, si po– trebbe sospettare che i francesi calunniassero Mussolini. Rimane tuttavia il fatto che Cachin non apd mai bocca, mentre come deputato comunista sarebbe stato ben contento di essere in grado di protestare smentendo di essere mai stato intermediario tra il governo francese " borghese " e Mussolini. Il silenzio di Cachin ha maggior valore delle parole di Torrès, Renaudel e Faure. b) Fonti italiane 1) Il 3 maggio 1919, un settimanale milanese, L'Italia del Popolo, affermò che Mus-. solini aveva "riscosso chéques patriottici pal governo francese, " e lo sfidò a dar querela per diffamazione: " abbiamo le prove di quanto fu scritto e detto. " Mussolini ignorò la sfida. Questo fatto è altrettanto significativo del silenzio di Cachin. 2) Nel 1926, Massimo Rocca, 4 allora profugo a Parigi, pubblicò quanto segue nel numero di giugno della rivista Nuovo Paese: Allora (ai primi di settembre del 1914) Mussolini si abboccò con Filippo Naldi, diret– tore del quotidiano bolognese Il Resto del Carlino, e gli promise di voltare gabbana se Naldi gli avesse procurato un altro giornale. Ottenutane la promessa, scrisse sull'Avanti! un articolo in cui affermava .che la neutralità non avrebbe dovuto essere assoluta, ma solo un primo passo verso l'intervento. Naturalmente i suoi compagni di redazione lo sconfessarono. Tuttavia, egli rimase ancora direttore dell'Avanti! per due settimane, e nel frattempo preparava con Naldi, mediante un primo sussidio francese, il finanziamento del Popolo d'Italia, stabilendo che egli, Mussolini, ne sarebbe stato direttore e proprietario. Raggiunto lo scopo, egli si dimet– teva da direttore dell'Avanti! (. .. ) Poi si recava a Ginevra a riscuotere i primi fondi.5 Nel 1926, anche Naldi viveva in esilio a Parigi, e non contraddisse la versione di Rocca. Ma tanto Rocca che Naldi appartenevano al gruppo di quei fascisti dissidenti che avevano lasciato l'Italia nel 1924, il Nuovo Paese era pubblicato allo scopo di ricattare Mussolini, e prima o poi i suoi direttori finirono col far la pace con lui e agire in Francia come spie fasciste. Naldi, che nel 1926 non aveva contraddetto la versione di Rocca, era persona poco accreditata, implicato in affari non chiari. Nel novembre del 1914 aveva di– chiarato: "Per quel che so io l'oro francese è introvabile nella amministrazione musso– liniana. " 6 Quindi, la testimonianza di Rocca deve essere tenuta in sospeso, finché non sia convalidata da prove piu attendibili. 3) Nel 1928, alle pagine 38-39 della sua Pseudo-Autobiography Mussolini cosf spiegò l'origine del Popolo d'Italia: Avevo bisogno di un quotidiano ( ... ). Dove si tratta soltanto di denaro, io sono tut– t'altro che un mago. Quando mi trovo di fronte al problema di procurarmi i mezzi, un capitale per eseguire un progetto, o il modo di finanziare un giornale, afferro soltanto il lato piu astratto, il valore politico, l'essenza spirituale della cosa. Per me il denaro è detestabile. Ciò che esso può fare è qualche volta bello, e qualche volta nobile. Si tratta di una ammissione, o almeno di una mezza ammissione. 4) Nel 1930, Alceste De Ambris, un sindacalista rivoluzionario che nel 1914-15 aveva combattuto accanto a Mussolini, mentre si trovava profugo in Francia scrisse quan– to segue: La maggior parte della gente trova Mussolini abominevole perché accettò denaro dal governo francese per fondare il Popolo d'Italia. Ma il lato abominevole della cosa non è 4 Vedi cap. VI, n. 9, p. 377. 5 Cit. trad. 6 I. DE BEGNAC, Vita di Benito Mussolini..., cit., III, 583. BiblotecaGino Bianco

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