Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il colpo di stato del maggio 1915 sorte di essere rappresentato negli ambienti intellettuali, durante e dopo la guer– ra, da un uomo che era caduto tanto in basso quanto a perversione morale e mediocrità letteraria. Nella loro grande maggioranza, i cattolici si dichiararono a favore della neutralità. L'Impero austro-ungarico era la sola grande potenza europea la cui dinastia fosse fedele alla Chiesa cattolica e in cui il clero cattolico godesse di una· situazione di privilegio. La vittoria della Intesa antitedesca avrebbe portato come conseguenza al distacco dall'Impero austro-ungarico di vasti territori abitati da popolazioni cattoliche, a vantaggio della Russia, della Ser– bia e della Rumania, cioè di paesi in cui era dominante la religione greco– ortodossa. Durante la guerra del 1914-18, il Vaticano volle sempre - e lo sperò sino all'ultimo minuto - che l'Impero austro-ungarico uscisse dalla crisi senza diminuzioni territoriali. Perciò le organizzazioni cattoliche ita– liane si adoperarono per mantenere l'Italia entro i confini della neutralità, sebbene, come è loro abitudine in tutti i paesi, agissero con cautela, senza mai . compromettersi completamente, e guardandosi sempre le spalle per .una even– t_ualeritirata .. Come già sappiamo, i deputati cattolici alla Camera non erano su 508 piu di 29, ma molti altri deputati, piu. di 200, erano stati eletti nel no– vembre del 1913 con l'appoggio delle organizzazioni cattoliche; questi perciò erano piu o meno sotto l'influenza cattolica. D'altra parte, i cattolici speravano che Salandra avrebbe agguantato qualche sostanziale compenso territoriale da parte del governo austriaco, obbligandosi in tal modo a mantenere la neutra– lità. Essi perciò approvavano tutti i tentativi di mercanteggiare sui compensi. Tra i radicali e i socialisti riformisti si andava mostrando un vivo spirito interventista. Il piu autorevole uomo politico di questa sinistra interventista era Leonida Bissolati. Quando venne annunciato l'ultimatum alla Serbia, Bis– solati affermò che per nessuna ragione l'Italia si sarebbe unita alle potenze centrali. Se il governo italiano. non avesse proclamato la neutralità, egli si sarebbe messo a capo di un movimento rivoluzionario. Ma era stata appena dichiarata la neutralità, che Bissolati affermò che l'Italia nQn poteva rimanere fuori da un conflitto da cui dipendeva il destino di tutta l'Europa. Egli non avrebbe mai preso, per nessuna ragione, l'iniziativa di una guerra; ma ora la guerra c'era, provocata da altri. La vittoria delle potenze centrali avrebbe se– gnato la fine della indipendenza di tutte le nazioni che circondavano il blocco austro-tedesco. L'Italia era minacciata da una vittoria tedesca né piu e né meno di tutte le altre nazioni europee. D'altra parte, la dichiarazione di neu– tralità aveva provocato una frattura tra l'Italia e le potenze centrali. Biso– gnava che l'Italia stesse in guardia contro la rivincita che i suoi vecchi alleati si sarebbero presi a causa della sua neutralità. Essa quindi doveva -contribuire alla vittoria della Intesa antitedesca. Infine, e non è il punto di minore im– portanza, i partiti democratici dei paesi dell'Intesa non avrebbero permesso che i partiti nazionalisti e militaristi avessero mano libera nel fare la guerra come nel fare la pace. Dopo aver dato il loro aiuto per la sconfitta della Germania,' essi avrebbero resistito contro i gruppi imperialisti quand~ si fosse negoziata 375 ------- ·BiblotecaGinoBianco

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