Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Capitolo sesto Il colpo di stato del maggio 1915 Quattro mesi dopo le elezioni generali politiche del novembre 1913, nel marzo 1914, Giolitti giudicò che fosse arrivato per lui il momento di cedere per breve tempo il governo all'opposizione "conservatrice." Il suo successore fu Salandra, che, se avesse dovuto appoggiarsi alle sue sole forze, non avrebbe potuto contare .che sui trenta voti conservatori e i sei voti nazionalisti. Era inteso che Salandra avrebbe ceduto nuovamente il posto a Giolitti non ap– pena questi avesse finito di riposarsi; ma un fatto imprevedibile sconvolse tutti i calcoli del grande parlamentare: la guerra del 1914-18. Non da meno di Giolitti, Salandra era sempre stato un deciso sostenitore dell'alleanza dell'Italia con la Germania e con l'Austria; ma il trattato della Triplice Alleanza prevedeva una guerra puramente difensiva, e non contem– plava tra i suoi scopi nessuna guerra di aggressione. 1 Nel 1902 il governo ita– liano si era impegnato col governo francese a non partecipare mai a nessuna guerra di aggressione contro la Francia, impegno che era in perfetto accordo col trattato della Triplice Alleanza, e che era stato reso pubblico senza che venissero sollevate obiezioni da parte dei gabinetti di Berlino e di Vienna. 2 Inoltre, i governi firmatari della Triplice Alleanza erano impegnati a non prendere nessuna iniziativa nelle principali questioni internazionali, senza prima essersi consultati tra loro. Infine, e non è cosa di poca importanza, i gabinetti di Vienna e di Roma erano impegnati ad astenersi da qualsiasi ini- 1 Tutti i testi dei trattati, dal primo del 1882 all'ultimo del 19 r 2, si trovano in A. F. PRIBRAM, The Secret Treaties of Austria-Hungary: r879-r9r4, Cambridge University Press, 1920, II, 64-73, 104-114, 150-162, 220-235, 244-259. Il trattato non fu mai concepito come un vincolo assoluto che legasse le potenze alleate di fronte a qualsiasi guerra potesse scoppiare. Esso costitui sempre un sistema di obbligazioni nei confronti di alcune ipotesi rigidamente definite. Nel caso dello scoppio di una guerra ad iniziativa della Germania o dell'Austria e senza c)le queste fossero attaccate, il governo italiano non era tenuto ad intervenire. Tale aspetto particolare dell'alleanza è sfuggito a tutti quegli storici che parlano di una " Italia infedele, " tra i quali, strano a dirsi, si trova lo stesso Pribram, che per primo pubblicò i testi di tutti i trattati. 2 Il 4 giugno 1902, il governo italiano dichiarò al governo francese che il trattato della Triplice Alleanza non conteneva nessun impegno secondo il quale l'Italia fosse obbligata ad unirsi in una guerra di aggressione contro la Francia, e perciò nel trattato non c'era niente che potesse minacciare la sicurezza o la tranquillità della Francia. Mediante questa dichia– razione, il governo italiano si impegnava a dare alla Triplice Alleanza una sola interpretazione: 37 2 -· BiblotecaGinoBianco

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