Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

L'assetto politico del 1914 vatori e socialisti, ciascuno con il vestito del colore del suo gruppo, che bistic– ciavano, gridavano, si minacciavano a vicenda; poi appariva sulla scena Gio– litti, e immediatamente tutto si calmava e ognuno riappariva vestito dello stesso abito grigio. Giolitti sapeva di non poter restare al potere per sempre, se non altro per– ché di tanto in tanto aveva bisogno di un po' di riposo. Quando giudicava che fosse giunto il momento adatto per eclissarsi, aveva sempre a portata di mano qualche trucco infallibile; pur di dimettersi inventava qualsiasi pretesto, rifiutando una nuova investitura anche se era chiaro che la maggioranza era pronta a rispondere ad ogni suo cenno; allora consigliava il Re di chiamare a presidente del Consiglio uno dei leaders della opposizione conservatrice, e la Camera non mancava mai di dare al nuovo gabinetto un voto di fiducia. Ma dopo pochi mesi si risvegliava una certa irrequietezza, il gabinetto ad inte– rim era costretto a dimettersi, e Giolitti se ne tornava trionfalmente in perfet– ta salute e piu potente di prima. Il suffragio universale fu attuato in Italia in seguito a uno dei soliti truc– chi parlamentari di Giolitti. Esso era sempre stato, sin dal tempo dell'apo– stolato di Mazzini, uno dei punti chiave del programma dei partiti democra– tici in Italia. Nel primo decennio di questo secolo, in Belgio e in Germania era stata condotta una energica campagna in favore del suffragio universale, che in Austria era stato concesso nel 1908; ma Giolitti era sempre stato con– trario ad ogni cambiamento nel sistema elettorale del 1882. 5 Nel 19n tuttavia egli stava preparando la conquista della Libia. Per superare, o almeno inde– bolire, l'opposizione socialista egli presentò una legge che estendeva il diritto di voto a tutti gli uomini al di sotto dei trent'anni, che avessero prestato ser– vizio militare, e a tutti quelli che avessero superato i trent'anni; né per l'una né per l'altra di queste categorie fu piu richiesto il saper leggere· e scrivere, né il pagamento delle imposte dirette. I socialisti riformisti, guidati da Bisso– lati, si unirono alla coalizione governativa nel sostenere la riforr:µa. Il partito rimase all'opposizione ed espulse Bissolati e i suoi seguaci. La maggioranza dei deputati socialisti, sebbene in fondo fossero riformisti, non se la sentirono di .rompere i ponti con il partito. Cosf Giolitti non, riusd nel suo sforzo di tagliar fuori Turati insieme con Bissolati. Ma quando nell'autunno del 19n scoppiò la guerra, il partito socialista fu paralizzato da questa scissione e in- , capace di sollevare una opposizione efficace. Mediante un atto di strategia par– lamentare, il paese passava da un regime in cui predominavano le classi medie e le classi inferiori cittadine, a un regime in cui predominava numericamente la popolazione rurale. Giolitti era un parlamentare straordinari~mente accorto, che afferrava con estrema perspicacia e con fulminea rapidità le piu lievi correnti di opi• nione tra i cinquecento politicanti che formavano la Camera dei deputati. 11 Cfr. cap. IV, p. 3~7. ibloteca Gino Bianco

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