Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 Ma aveva poca sensibilità per quello che avveniva su un piano piu vasto nel paese. Qui un •senso di scontentezza per il " maneggio " delle elezioni andò costantemente crescendo non solo fra i cittadini che appartenevano ai partiti di opposizione, ma anche fra quelli che non appartenevano a nessun partito. Giolitti attuò il suffragio universale senza rendersi conto della potenzialità che esso conteneva, e illudendosi che sarebbe riuscito a dominare il nuovo corpo elettorale con la stessa facilità di prima. Non si era reso mai conto che i conta– dini dell'Italia meridionale non erano piu la massa supina di vent'anni prima. Nel 1913 si trovò a dover "manipolare" collegi non piu di due o tremila, ma di diecimila o anche ventimila votanti. Fu perciò costretto ad aumentare la dose delle violenze per assicurarsi il successo. Ottenne un'altra delle sue schiaccianti vittorie elettorali. Ma gli scandali del Mezzogiorno provocarono ovunque viva indignazione. Durante il secolo diciannovesimo, le istituzioni parlamentari in Italia erano state attaccate dai residui dei vecchi regimi assolutisti e clericali e dagli anarchici della scuola di Bakunin. Né gli uni né gli altri potevano recare alcun danno. Conservatori e socialisti non avrebbero potuto concepire una vita politica senza lç istituzioni parlamentari. Le elezioni generali del 1900 furono combattute dai democratici, i radicali, i repubblicani e i socialisti per soste– nere i diritti e i privilegi del Parlamento contro i conservatori, che vennero sconfitti. Nel primo decennio di questo secolo due correnti antiparlamentari fresche e ben piu pericolose cominciarono una campagna serrata contro le istituzioni parlamentari: i nazionalisti dalla destra, e i socialisti rivoluzionari dalla sinistra. E proprio nello stesso momento, per un periodo di dieci anni, Giolitti indeboliva le istituzioni dall'interno, portando involontariamente acqua al mulino antiparlamentare dei nazionalisti e dei socialisti rivoluzionari. Gli altri istituti democratici - libertà di parola, libertà di stampa, libertà di associazione politica e sindacale, amministrazioni locali elettive, elezioni parlamentari - funzionavano abbastanza bene nel Nord. Ma a cosa servivano le elezioni, anche se basate sul suffragio universale, quando queste produce– vano necessariamente una maggioranza schiacciante di deputati che dicevano sempre " sf."? A cosa serviva una Camera dei deputati che rappresentava sol– tanto la volontà dell'uomo che era stato responsabile dell'elezione della sua .maggioranza? Mentre non soltanto nel Nord, ma anche nel Sud l'educazione politica progrediva rapidamente, e mentre partiti chiaramente differenziati con organizzazioni permanenti cominciavano a emergere dalla massa amorfa. la maggioranza parlamentare, invece di adattarsi alle nuove condizioni, se ne vendicava chiudendosi in un gruppo serrato che, con le buone o con le cat– tive, si manteneva in piedi. Alla vigilia della guerra del 1914-18, Giolitti, come leader di questo gruppo, era l'uomo piu potente in Parlamento, ma era l'uomo piu impopolare nel paese. Se si vuole comprendere la cattiva riuscita di Giolitti e della sua mag– gioranza parlamentare quando, nel maggio del 1915, si trovarono di fronte al dilemma pace o guerra, si deve tener presente questa situazione. f BiblotecaGino Bianco

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