Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La dittatura fascista in Italia ra, le corti marziali avevano, con modi di procedere alquanto barbari, sfornato sentenze di morte e pene detentive per reati di diserzione che in molti casi erano del tutto immaginari. Alla fine della guerra erano in corso r.100.000 processi per diserzione. L'insensata ferocia di queste condanne aveva bollato come disertori un quinto del numero totale degli italiani abili per il servizio militare. Nei comuni rurali del Mezzogiorno, da 130 a 150.000 di questi di– sgraziati rimanevano alla macchia. Molti di costoro erano stati decorati al va• lore, ma ciò nonostante erano stati dichiarati disertori, perché si erano pre– sentati con pochi giorni di ritardo tornando da una regolare licenza. Ventot• tornila poliziotti avrebbero dovuto arrestare questi 130-150.000 disertori, senza che naturalmente vi fossero prigioni sufficienti per contenerli tutti. Il Decreto di amnistia (2 settembre 1919) fu redatto dai ministri della Guerra e della Marina, i capi dei tribunali militari e il ministro Guardasi– gilli, non c'è da dire che fossero dei "bolscevichi"! Non si applicava a "co• loro che si fossero resi colpevoli di diserzioni con passaggio al nemico, o di di– serzione armata " (Art. 1); era concessa soltanto a coloro il cui periodo di diserzione non avesse superato i sei mesi. In altri casi la pena era commutata o rimessa ma non vi era vera amnistia. In virtu dell'Art. 1, 18.000 uomini venivano esclusi dai benefici dell'amnistia. Mussolini pubblicò la notizia del– l'amnistia nel Popolo d'Italia del 3 settembre 1919, sotto il titolo: "L'esclu– sione dei vili passati al nemico." E nel numero del 6 settembre scriveva: Non ci duole che esso abbia escluso gli autentici vigliacchi e i traditori che passa– rono al nemico. Lamentiamo invece che esso sia limitato ai reati, e non comprenda le mancanze disciplinari. Questa la cosiddetta " amnistia ai disertori. " 26 Per quanto riguarda le invasioni di terre e l'occupazione delle fabbriche, cosi'.spesso citate come gli esempi piu pericolosi del "bolscevismo" italiano, sarà bene considerare i fatti. I primi casi di invasioni di terre si hanno nell'agosto 1919 nella provincia di Roma, e furono opera non di " bolscevichi, " ma di ex-combattenti, che marciavano dietro il tricolore e procedevano al canto di inni patriottici. 27 Nei mesi di poi le invasioni si propagarono nel Mezzogiorno: alcune furono pro– mosse dalle organizzazioni socialiste, ma nella maggioranza dei casi esse veni– vano compiute da ex-combattenti, che con il socialismo non avevano nulla a che fare. Coloro che occupavano la terra, subito si impegnavano a pagare il fitto annuo al proprietario. 28 Tutto sommato il "bolscevismo agrario" in Ita– lia significò l'occupazione, senza il consenso del proprietario, di circa 30.000 26 Cfr. VINCENZO NITTI, op. cit., pp. 141-73; e GIACOMO MATTEOTTI, op. cit., pp. 22-24. 21 Cfr. i giornali "Resto del Carlino," 27 agosto 1919; "Avanti!," 1 settembre 1919; " Secolo, " 1 settembre 1919. 28 " In Sicilia vennero occupate molte terre, ma di solito i conflitti avvenivano in se– guito all'azione dell'associazione combattenti e di quelle organizzazioni operaie che volevano veramente della terra da coltivare: qualche volta le occupazioni avevano luogo d'accordo con i proprietari terrieri." (LUIGI VILLARI, The Awakening of Italy, p. 101.) 20 BiblotecaGino Bianco

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