Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

L'assetto politico del 1914 del secolo diciannovesimo e poi in questo secolo si è incorporata nelle dottrine dei partiti conservatori. Perciò i richiami degli uomini politici assolutamente nazionalisti incontravano un'eco piu larga di quanto non abbia potuto cre– dere chi si è fermato alla superficie della vita politica italiana. In tutte le reda– zioni dei piu importanti quotidiani, quali il Corriere della Sera, la Stampa, il Giornale d'Italia, si trovavano giornalisti piu o meno strettamente legati col movimento nazionalista. I trenta conservatori che formavano il gruppo di opposizione di destra alla Camera, e i cui léaders erano Antonio Salandra · e Sidney Sonnino, in fondo al cuore eran tutti accesi nazionalisti, consideravano il partito naziona– lista come la punta avanzata di quello che avrebbe dovuto essere un solido partito conservatore, e si unirono di fatto ufficialmente nel 1920 con il partito nazionalista. Tra i 370 deputati che formavano la coalizione governati~a, c'erano 29 deputati cattolici. La forza dei cattolici nel paese era maggiore di quanto non appaia dal numero dei loro rappresentanti. Si calcolò che nelle elezioni gene– rali del 1913 non meno di oltre 200 deputati avevano mendicato e ricevuto l'appoggio dei cattolici, e si erano impegnati con i vescovi a non votare quelle leggi che il Vaticano avrebbe potuto considerare offensive. ' Repubblicani, socialisti, nazionalisti e cattolici avevano organizzazioni nazionali, con direttori centrali e. programmi ufficiali approvati dai congressi nazionali. Tutti gli altri deputati che formavano il grosso della coalizione go– vernativa mancavano di una organizzazione nazionale. Essi dipendevano dalle organizzazioni locali dei loro collegi elettorali. Nelle loro file c'era una destra " piu conservatrice ,; e una sinistra " piu democratica. " Gli uomini politici della destra "piu conservatrice" si definivano "liberali"; ma il termine "li– berale" fn Italia non possedeva piu il significato anticlericale che aveva avuto nella prima metà del XIX secolo nel continente europeo, né era sinonimo di " democratico " come in Inghilterra. Il " liberale " italiano del primo decennio di questo secolo era un uomo politico, i cui predecessori mezzo secolo prima erano stati "liberali" e avevano combattuto contro i privilegi del clero catto- · lico, ma adesso erano diventati dei buoni " conservatori, " che rifuggivano da controversie e attività che potessero creare dei contrasti con i cattolici. Il loro "liberalismo" consisteva nel sostenere la libertà religiosa per la Chiesa catto– lica contro tutti coloro che avrebbero voluto iniziare una nuova lotta anticle– ricale. Gli uomini politici della sinistra "piu democratica" si definivano "demo– cratici, " ma la lorq democrazia era soddisfatta dello status quo. Guardavano con sospetto i tentativi mediante i quali i conservatori potevano porre fine a quelle libertà che già erano state ottenute. Guardavano 'con sospetto il clero cattolico, e se si fosse concretizzato un pericolo clericale non si sarebbero oppo– sti ad un movimento anticlericale con ardore pari ai " liberali. " E guarda– vano con non minor sospetto i socialisti. La loro democrazia non era piu " progressista " : era divenuta statica. 359 iblotecaGino Bia'nco

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