Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Capitolo quinto L'assetto politico del I9I 4 Per comprendere gli avvenimenti italiani negli anm 1n cui avvenne il crollo degli istituti democratici, è necessario farsi un'idea di quali erano i gruppi politici in campo prima della guerra, e che dovettero affrontare la guerra e _la crisi del dopoguerra. Nel 1914, alla Camera c'era una maggioranza governativa di circa 370 deputati su un totale di 508; fuori della maggioranza c'erano 17 repubblicani, 28 socialisti riformisti, 6 nazionalisti e una trentina di conservatori. La tradi– zione repubblicana del Risorgimento era ancora viva in alcuni collegi eletto– rali, specialmente nell'Italia centrale, e produceva una rappresentanza repub– blicana. Ma nessuno di questi r~pubblicani sarebbe stato pronto a versare una sola goccia di sangue in favore di una repubblica. I socialisti "riformisti" corrispondevano a quei socialisti che in Francia erano capeggiati da Jaurès, in Inghilterra formavano il grosso del Labour Party, e in Germania venivano chiamati "revisionisti." Sostenevano un graduale e pacifico processo di trasformazioni sociali e, all'occorrenza, scendevano a com– promessi con i partiti democratici " borghesi. " Il loro leader era Leonida Bis– solati. I socialisti "ufficiali " si dividevano in una " sinistra " e in una " de– stra." Alla destra appartenevano i capi piu influenti del movimento sinda– cale, e quasi tutti i cinquanta deputati, il cui leader era Filippo Turati. Essi non erano meno "riformisti" del precedente gruppo socialista, ma non erano pronti a rompere con il loro vecchio partito nel quale, a partire dal 1912, la sinistra aveva preso il sopravvento. Dichiaravano nel partito di sottostare alla volontà della maggioranza, sperando che il partito avrebbe cambiato menta– lità tornando al punto di vista riformista. Gli uomini della sinistra si de.fini– vano socialisti "rivoluzionari," e erano in attesa del "grande giorno," quan– do il "proletariato" avrebbe fatto piazza pulita del "capitalismo"; di conse– guenza, respingevano qualsiasi compromesso con i partiti "borghesi. " Essi corrispondevano all'Independent Labour Party inglese, o alla maggioranza dei "socialdemocratici" tedeschi, fedeli alla dottrina marxista quale l'aveva in– terpretata KaÙtsky. Il leader dei socialisti rivoluzionari era Benito Mussolini. Nel 1912 era 354 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=