Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La ripresa dell'Italia tato era assai piu utile al popolo italiano di qualsiasi conquista coloniale in Africa. L'immigrazione italiana in Francia assunse una maggiore importanza e la Francia divenne il piu grande sbocco per il lavoro italiano dopo che gli Stati Uniti, il Canada e l'Australia avevano chiuso le porte. Quanto ai compensi coloniali che il governo francese ci doveva per le colonie tedesche ottenute in Africa, esso offrf soltanto poche misere miglia di deserto a sud della Tunisia e a est del Fezzan, compresa la strada carova– niera da Ghadames a Ghat. I diplomatici italiani ch~esero dell'altro deserto verso il lago Tchad. Ma il controllo effettivo esercitato dall'Italia in Tripoli- .tania non andava allora molto al di là della linea costiera. Per il momento gli italiani accettarono la rettifica di frontiera offerta dalla Francia, ma dichiara– rono che questi pochi ossi spolpati non erano sufficienti. La questione fu la– sciata aperta. Nello stesso tempo, nel settembre 1919, il governo britannico accettò di cedere all'Italia l'oasi -di Giarabub in Cirenaica e il territorio del Giuba sulle coste dell'oceano Indiano. Nell'aprile 1920 i confini di quest'ultimo terri– torio furono piu definitivamente stabiliti dall'accordo Milner-Scialoja. Dopo aver fatto queste promesse, il governo inglese ritardò l'attuazione del passag– gio con il pretesto che tutte le questioni di cui si era occupata la Conferenza della Pace dovevano prima essere definite, e tra tali questioni c'era la sistema– zione definitiva delle isole greche del Dodecaneso, che l'Italia occupava sin dal tempo della guerra italo-turca del 19rr-12. Quanto all'oasi di Giarabub, l'Italia non era allora in condizioni di poterla occupare, perché il suo controllo in Cirenaica non andava oltre la linea costiera. Inoltre l'Egitto reclamava Giarabub come parte del suo territorio e nel 1922 Londra aveva accordato all'Egitto la sua indipendenza; quindi gli italiani dovevano discutere la que– stione di Giarabub non piu con l'Inghilterra ma con l'Egitto. E, naturalmente, il governo inglese avrebbe religiosamente rispettato l' " autodeterminazione " egiziana, a meno che non fosse stato nel suo interesse di fare pressione sopra l'Egitto. Nell'estate del 1920 l'Italia si adoperò per trovare una via di uscita da una situazione pericolosa, che in quel momento avrebbe potuto avere serie conseguenze sulla politica interna. Durante la guerra l'Italia aveva insediato in Albania una specie di protettorato. Per far sf che tale protettorato divenisse effettivo ci sarebbero voluti molti uomini e molti denari da impiegare contro le indisciplinate tribu che vivevano nei monti. Nel giugno del 1920 scoppiò una rivolta, e il governo decise di inviare delle truppe. Un reggimento che doveva partire per l'Albania si ammutinò ad Ancona. Il governo ebbe il buon senso di capire che non era possibile imbarcarsi in una nuova guerra - anche se si trattava soltanto di una guerra "coloniale" - mentre era ancora vivo il ricordo del sangue versato nella guerra mondiale. Era una dimostrazione di quello che sarebbe successo se in quel momento ci si fosse accinti ad una con.– quista in Asia Minore o in Etiopia. Il 3 agosto 1920, in un accorµo a Tirana con i capi albanesi, venne riconosciuto il governo che era stato formato a 333 ibloteca Gino Bianco

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