Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 fortuna, questo fu proprio il caso. I diplomatici inglesi e francesi si erano assegnati tutti i territori del Medio Oriente occupati da popolazioni non tur– che, verso le quali si presentavano come i liberatori dal giogo turco; ma per l'Italia avevan messo da parte il gradito dono di Smirne e dintorni, proprio nel cuore della potenza turca. L'Italia avrebbe dovuto sostenere una guerra lunga e difficile contro i turchi e sul loro territorio. Tirandosi contro le forze turche in una guerra lunga e difficile, l'esercito italiano in Asia Minore avrebbe assunto a proprio rischio e pericolo e a spese del popolo italiano il peso di garantire la sicurezza dei " mandati " francesi ed inglesi nel Medio Oriente. I greci si sarebbero dimostrati molto piu saggi rifiutandosi di prender la parte degli italiani dicendo a inglesi e a francesi di tenersi per sé il dono di Smirne. • Avrebbero evitato il disastro del 1922. Il triste destino dei greci fece ringra– ziare Dio a tutti gli italiani di buon senso per avere dotato Lloyd George, Clemenceau e Wilson di cattive disposizioni verso di noi. Infine, è vero che, quando gli ex-possedimenti coloniali tedeschi in Africa furono divisi tra i vincitori, i diplomatici italiani vennero esclusi dalla divi– sione della torta e non riuscirono ad ottenere il diritto di espandersi verso l'Etiopia.· Le colonie sono simboli di superiorità e un paese che voglia essere considerato potente deve poss~derne qualcuna, come ogni buon milionario deve avere la sua Rolls Royce e rivestire di gioielli la moglie e l'amante. Inol– tre i possedimenti coloniali esercitano un fascino irresistibile sull'immagina– zione di un popolo come l'italiano, affollato in una terra insufficiente ai pro• pri bisogni. Senza dubbio la politica miope dei governi già alleati semi– nò un risentimento che doveva dare i suoi frutti. Anche quegli italiani che erano stati i piu severi critici degli errori madornali di Sonnino e consi– deravano inutili le sue pretese territoriali, furono disgustati della malafede dei diplomatici inglesi e francesi. Ma una volta che si è detto tutto questo, rimane il fatto che il non otte– nimento della mano libera contro l'Etiopia non rappresentava per l'Italia una vera perdita. Chiunque abbia una conoscenza anche rudimentale delle condi– zioni climatiche di quel territorio sa che esso è inadatto ad assorbire mano d'opera bianca, e quindi non può essere di nessun aiuto a risolvere il proble– ma italiano della sovrabbondanza di popolazione. Se il governo italiano avesse ottenuto da Francia e Inghilterra mano libera sull'Etiopia, la guerra insensata che scoppiò nel 1935 sarebbe scoppiata parecchi anni prima. Invece di perdere tempo e fatica chiedendo colonie africane, i diplomatici italiani avrebbero dovuto darsi da fare per ottenere accordi migratori, libero accesso alle fon– ti di materie prime e un equo accomodamento dei debiti di guerra. Il problema che Sonnino e Orlando avevano complicato o ignorato du– rante la Conferenza della Pace cominciò a essere districato non appena lascia– rono il potere (luglio 1919). Nel settembre 1919 il presidente del Consiglio Nitti concluse con il go– verno di Parigi un trattato di lavoro che garantiva agli emigranti italiani in Francia un trattamento analogo a quello dei lavoratori francesi. Questo trat- 33 2 BiblotecaGinoBianco

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