Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La ripresa dell'Italia pura " espressione geografica, " adesso era diventata, non solo a parole ma a fatti, una delle grandi potenze europee. La mancata annessione della Dalmazia non era cosa di cui si dovesse do– lere: la Dalmazia non avrebbe significato per l'Italia né un aumento di ric– chezza né di sicurezza; essa è una regione povera e sassosa abitata da poco piu di mezzo milione di slavi nazionalisti arrabbiati. Solo nella città di Zara c'era una maggioranza italiana, e altrove si possono contare non piu di 20 mila italiani disseminati tra una maggioranza assolutamente slava. Le mino• ranze razziali annesse con la forza difficilmente costfruiscono per un paese un guadagno. Se l'Italia avesse conquistato la Dalmazia una parte considerevole dell'esercito italiano avrebbe dovuto esser mantenuto in permanenza in assetto di guerra per reprimere la popolazione slava. Nel caso di una guerra europea con l'intervento dell'Italia, essa sarebbe stata costretta a immobilizzare in quella regione importanti forze militari a protezione dei 500 chilometri di frontiera lungo i quali dall'hinterland slavo può provenire un'aggressione. Un tale esercito di occupazione può essere adoperato con maggiore vantaggio a protezione delle piu vitali frontiere italiane, in direz~one della Francià o del– l'Europa centrale. Né la Dalmazia avrebbe dato all'Italia la supremazia nel– l'Adriatico. La supremazia sul mare è garantita dalle piu potenti forze navali mobili, quando queste possano appoggiarsi su di una sola base navale ben attrezzata. Un grande numero di basi navali non serve a niente; esse non sono mobili né combattono. L'esperienza della guerra del 1915-18 ha dimo– strato che le magnifiche basi navali dell'Adriatico orientale, sebbene sotto il controllo della marina austriaca, non permisero agli austriaci di svolgere nes– suna importante azione navale, perché le loro forze navali erano inferiori a quelle dell'Intesa. Anche se l'Italia avesse.annesso la Dalmazia, la base navale di Cattaro sulla costa adriatica orientale sarebbe rimasta fuori del controllo italiano. In un mare poco esteso quale quello Adriatico, la sola Cattaro - ammesso che avesse avuto ad appoggiarla una potente flotta propria - sa– rebbe stata sufficiente per tenere a bada la flotta italiana, a meno che l'Italia non avesse occupato tutta la costa orientale sino alla frontiera alba– nese. Ciò av-rebbe costretto l'esercito italiano a proteggere una linea malfida della estensione di oltre 500 chilometri. Inoltre sarebbe stata necessaria una grossa marina mercantile per trasportare dall'Italia alla Dalmazia i riforni– menti indispensabili all'esercito stanziato in questo paese arido ed ostile, e una forte marina militare avrebbe dovuto proteggere le linee di comunicazione tra l'esercito di occupazione e le sue basi in Italia. Tutte queste forze avreb– bero dovuto essere distratte dalle linee di importanza vitale per l'Italia nei mari Tirreno ed Ionio. Insomma anche da un punto di vista strategico, e si potrebbe dire specialmente da un punto di vista strategico, la conquista della Dalmazia sarebbe stato un madornale errore. È anche vero che alla Conferenza della Pace Clemenceau, Lloyd George e Wilson strapparono .dalle mani di Orlando e di Sonnino Sm~rne per darla alla Grecia. Ma se qualche volta un brutto tiro si può risolvere iri un colpo di 33 1 ibloteca Gino Biahco

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