Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

La rivoluzione che non ci fu 4. "La sanguinaria tirannia bolscevica. " In quegli anni si parlò molto di una .formidabile opera di propaganda svolta in tutta Italia da agenti della Russia bolscevica. Menti di fervida imma– ginazione vedevano dappertutto aggirarsi sinistri agenti bolscevichi. Senza dubbio, in Italia come al~rove, il governo russo aveva un certo numero di agenti, ma è difficile poter calcolare con precisione la portata delle infiltra– zioni russe. Uno degli agenti piu attivi, un certo Ferrari, che parlava diverse lingue, disponeva di larghissimi mezzi economici, ·ed era in rapporti molto cordiali con molti deputati socialisti, fu oggetto di interrogazione alla Ca– mera da parte del deputato nazionalista Federzoni: Come mai il governo la– sciava circolare questo pericoloso bolscevico? Il governo non dette nessuna risposta. Un bel giorno i socialisti scoprirono che questo pericolosissimo bol– scevico era un agente segreto della polizia italiana. In molte città, i tumulti per il caro-vita del luglio 1919 furono fomentati non soltanto dalla stampa rivoluzionaria e dagli agenti rivoluzionari, ma sia da giornali che da singoli individui che, non appena i tumulti ebbero ter– mine, si misero a fondare " leghe antibolsceviche. " A Firenze, ad esempio, la sera del 2 luglio 1919, Francesco Giunta, che è adesso uno dei personaggi piu in vista del fascismo, ad un raduno· di reduci agitava un paio di scarpe, gridando che gli erano costate 48 lire e incitando i suoi compagni a saccheg– giare i negozi. La mattina del 3 luglio, la ultraconservatrice N azz·one pub– blicava un ar~icolo furibondo " contro gli speculatori alimentari ": In verità, è amaro di dover scrivere parole di sdegno contro gente che, bene o male, fa pure parte della famiglia italiana. Ma il disgusto e l'ira ci salgono alla gola. È mai possibile di dover trovare anche oggi, dopo la tremenda lezione della guerra, uomini cosf testardi e perseveranti nel male? Ma non sentono nulla, questi sciagurati, di quel che accade intorno a loro? Non pensano che la pazienza del popolo ha un limite terribile, oltre il quale tutte le piu crudeli incognite sono schierate? Hanno cervello, hanno sangue, hanno nervi, questi malvagi cittadini? (...) Noi non aggiungiamo di piu. Abbiamo ancora la vaga speranza che alcuni esempi di ieri possano far rinsavire questi pervertiti. Che se anche queste speranze dovessero fallire... eh, allora, non saremmo noi certamente a lamentare lo scoppio di una indignazione collettiva che si sarebbe fatto di tutto per pro– vocare. I tumulti contro gli "speculatori alimentari " ebbero inizio a Forlf il 1 luglio e di H si propagarono ad altre città. Questi erano gli '~esempi" che dovevano far rinsavire i pervertiti. Quando un giornale ultra conservatore scrive in tali termini, cos'altro può fare la folla se non seguire gli esempi che le vengono indicati? I saccheggi di negozi e le "requisizioni " nelle campa– gne limitrofe ebbero effettivamente inizio nel pomeriggio del 3 luglio, e durarono per tre giorni. Passata la bufera,. fu proprio la Nazione a lanciare la proposta di una "alleanza antibolscevica," di cui il signor Giunta fu uno dei primi leaders. Un giovane anarchico, che nel 1920 era stato mio studente all'Università di Firenze, mi disse che in quello stesso anno un UO-tJl.O che diceva di essere BiblotecaGino Bianco

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