Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

L'Italia dal 1871 ai 1919 Reports: "Il governo sta facendo ogni sforzo non soltanto per imporre l'obbligo di col– tivare tutte le aree disponibili, ma anche per incoraggiare l'introduzione di moderni metodi di colture intensive." A questo scopo, nei quattro anni dal 1 luglio 1918 al 30 giugno 1922, furono spesi 664 milioni di lire. 2 Le opere di bonifica erano l'orgoglio degli agricoltori italiani. In provincia di Fer– rara, dal 1862 al 1912, la superficie delle terre coltivate aumentò da 100.000 a 200.000 ettari, e la produzione di grano da 500.000 quintali passò a 1.200.000. 3 La bonifica del– l'isola di Ariano, di 12.000 ettari, terminata nel 1906, costò da sola allo stato 2.829.722 lire, e nel 1922 lo stato tra imposte dirette e indirette, diritti doganali e altre imposte addizionali incassò una somma superiore di cinque volte. La popolazione della zona aumentò da 15.538 nel 1901, a 25.572 nel 1921; i capi di bestiame salirono da 3.695 nel 1902, a 8.557 nel 1921; la produzione del 1924 fu valutata per una cifra sette volte maggiore di quanto fosse prima della bonifica. 4 Nella piana di Catania, la tenuta "Co– stantina, " che prima della guerra era un campo di 300 ettari, nel 1923 era coperta da 100.000' alberi, 300.000 viti, e molte altre piantagioni ad alto reddito, e il suo valore era aumentato di quindici volte rispetto a dieci anni prima. 5 Nel dicembre 1922, i due addetti commerciali inglesi a Roma scrivevano quanto segue: Un'area per una estensione superiore ai 500.000 acri (dato che è inferiore alla esten– sione reale di 332.000 ettari) di quella che è diventata una delle terre piu ricche dell'Italia settentrionale, è stata già bonificata e resa coltivabile con un'opera durata oltre quarant'anni. La piu importante stazione di pompaggio già sistemata per l'attuazione dei molti progetti di bonifica, la stazione di Ongaro Inferiore, venne inaugurata nell'estate del 1922. È stata pro– gettata per prosciugare una larga zona della parte inferiore del Veneto, e i suoi complessi segnano un notevole passo avanti nell'opera di trasformazione delle paludi malariche in fertili terre coltivabili. Dato che la legge consente allo stato di assistere i consorzi locali per l'irri– gazione coprendo un terzo delle spese delle opere irrigatorie di importanza nazionale, si è potuto provvedere, per opera dei piu eminenti esperti italiani, alla irrigazione di circa 500.000 acri di pianura padana. Oltre a questo, sono stati _progettati o sono in corso di studio, molti altri piani di irrigazione, connessi con vasti bacini idroelettrici, quali quello della Sila in Calabria e dell'Alto Belice in Sicilia.6 Nell'aprile 1923, un gruppo di agricoltori olandesi, in visita alle bonifiche di Ferrara e di Cl}ioggia, rimasero molto ammirati di scoprire una "Olanda italiana." 1 Quel– l'Olanda non era nata dal mare in una notte, era costata mezzo secolo di duro lavoro. Naturalmente sarebbe stato possibile fare di piu e meglio. Nessun'opera di questo mondo è tanto rapida e perfetta da non essere suscettibile di miglioramento, e nessun'opera è tanto lenta e malfatta che non si possa farla anche piu lentamente e in modo peggiore. Ma nessuna persona onesta e bene informata ha diritto di affermare che nel campo delle bonifiche agrarie prima di Mussolini in Italia non si era fatto niente. È vero che durante la guerra del 1915-1918 l'abbandono delle opere di bonifica nel Veneto e la vita trascorsa nelle trincee fangose e nelle zone malariche della Macedonia e dell'Albania produssero una violenta ripresa della malaria. Ma, alla fine della guerra, la lotta contro la malaria fu ripresa energicamente e la situazione migliorò rapidamente. Le morti per causa di malaria, che dallo o,6 per ogni 10.000 abitanti del 1914 erano salite all'1,8 nel 1919, retrocessero all'1,1 nel 1922. 8 1 Il bilancio dello Stato dal r9r 3-r 4 al r929- 30, Roma, Istituto Poligrafico dello Sta– to, 1931, p., 370. 8 V. PEGLION, Le bonifiche in Italia, cit., p. 5. ' V. PEGLI0N, Le bonifiche in Italia, cit., pp. 6-7; S. TRENTIN, Per un nuovo orienta– mento della legislazi0tie in materia di bonifiche, Venezia, Tip. della Cooperativa "Casa del Popolo," 1919, p. 13. 8 A. DE STEFANI, L'azione dello Stato italiano per le opere pubbliche (r862-r924), Roma. Libreria dello Stato, 1925, p. 131. Per le bonifiche di Ca Lino, tra l'Adige e il Brenta, degli orti di Chioggia, delle dune di Cavazuccherina e delle paludi in provincia di Brescia - tutte opere terminate nel 1922 - e per le opere cominciate nelle cosiddette " crete " senesi, e nei cosiddetti "calanchi" emiliani, vedi PEGLION, Le bonifiche in Italia, cit., pp. 18, 19, 34, 38, 90, 91. 0 J. H. HENDERS0Nand H. C. Z. CARPENTER, Rep01't on the commerciai industriai and economie situation in Italy, December I922, Department of Overseas Trade, 1923, p. 54• 1 F. VIRGILII, L'Italia agricola ,odierna, Milano, Hoepli, 1930, p. 200. 8 Antiuario Statistico Italiano: I9I9, e anni seguenti. ibloteca Gino Bianco

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