Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Osservazioni al capitolo primo Chiunque si accosti alla storia d'Italia dal 1870 al 1922 senza un acuto senso critico corre il rischio di essere messo fuori strada da due ordini di errori. Innanzitutto, la letteratura politica italiana di quel periodo è piena di una cntica amara contro tutto e contro tutti (cfr. a questo proposito quanto si dice alla fine del capitolo seguente). I conservatori, che erano stati al governo sino al 1876 e in seguito non erano piu stati capaci di fare a modo loro, criticavano i ministeri che non erano abba– stanza conservatori. I repubblicani, i socialisti e gli anarchici li criticavano perché non permettevan loro di preparare la rivoluzione. Coloro che desideravano una amministra– zione onesta ed efficiente e un piu rapido progresso sociale, li criticavano sia dicendo che non erano abbastanza onesti sia che erano assolutamente disonesti, e non abbastanza effi– cienti e non abbastanza progressisti. Tutti, anche gli uomini politici che erano al potere, erano scoraggiati per la distanza profonda che divideva la vita mediocre di ogni giorno dalla pr-0mettente aspettazione che era stata covata durante le lotte e i sacrifici del Risor– gimento. Piu tardi, dopo il 1922, il processo si invertL Tutto quanto si faceva o non si faceva in Italia sotto la dittatura di Mussolini diventava un monumento di saggezza, di efficienza e di successo. Il risultato di tutto ciò è che lo storico si trova di fronte una massa di letteratura pessimistica, che sorge spontanea in Italia nel periodo precedente al 1922, e una massa egualmente vasta di letteratura apologetica, che venne incoraggiata dal governo fascista dopo il 1922. In tali circostanze è facile concludere, in perfetto accordo con la propa– ganda fascista, che in Italia, prima che Mussolini iniziasse a fare i miracoli, " non si fa– ceva niente. " Tipici esempi di questa storiografia fascista sono: L. Villari, The Awakening o} ltaly: the Fascist Regeneration, London, Methuen & Co., 1924, pp. 1-8; ltaly, New York, C. Scribner's Sons, 1929 1 pp. 79-134; gli articoli sull'Italia nella Encyclopaedia Britan– nica, 14 ediz. alla voce ltaly, pp. 806-817. La versione fascista è stata tranquillamente bevuta dalla maggior parte degli " specialisti " di storia italiana di lingua inglese. Tra questi i piu deplorevoli sono: H. W. Schneider, Making the Fascist State, New York, Oxford University Press, 1928, pp. 1-15, e The Fascist Government of ltaly, New York, D. Van Nostrand, 1926, pp. 22-25; H. Goad, The Making of the Corporate State, Lon– don, Christopher, 1932, pp. 27-38; G. B. McClellan, Modern ltaly, Princeton, Princeton University Press, 1933, pp. 135-200. Non si riesce a capire come un tale monumento di ignoranza, stupidità e disonestà, quale è questo ultimo autore, abbia potuto ricevere dal– l'Università di Princeton l'incarico di insegnare storia italiana. Nel 1901, gli storici inglesi Bolton King e Thomas Okey, persone oneste ed assai uen preparate, pubblicarono un libro, ltaly To-Day. Lo scrissero sotto l'impressione della grave crisi economica e del malgoverno che aveva afflitto il paese durante gli ultimi anni del secolo diciannovesimo, e presentarono quindi un quadro pessimistico. Ma si resero anche conto che "sotto la cortina del malgoverno, della corruzione e della apatia politica, loteca Gino Bianco

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